L’argomento sembra ostico, la gomma riciclata nei campi di equitazione: eppure la bravura dei relatori e la leggerezza con cui Liana Ayres, direttrice di Cavallo Magazine, ha introdotto e moderato i lavori hanno reso leggibile la collaborazione in questo campo tra Ecopneus, Università di Perugia e Uispal numeroso pubblico presente venerdì 11 novembre, nella sala Respighi della Fieracavalli di Verona.

Ha fatto da padrone di casa Simone Pacciani, vicepresidente nazionale Uisp, parlando degli obiettivi specifici che hanno dato vita alla collaborazione: "Bisogna rendere gli sport equestri più popolari - ha detto Pacciani - inoltre la collaborazione con Ecopneus lavora per trovare dei prodotti adatti sia al benessere degli atleti, a due e quattro zampe, sia per preservare l’ambiente dalle degenerazioni della tecnica".

Le spiegazioni puntuali sono arrivate da Giovanni Corbetta, direttore generale di Ecopneus, che ha presentato la gomma come una soluzione ormai rodata per le pavimentazioni per le sue doti di elasticità, antiscivolo e tenacia, ma soprattutto come un materiale nobile che non possiamo più sprecare: è necessario riciclarlo e dargli nuova vita.
Fabrizio Forsoni, presidente Uisp Attività equestri, ha calato tutto nella pratica: "Noi realizziamo tante attività, tra le novità stiamo lanciando Ambientathlon, una proposta interdisciplinare all’aria aperta. Rispetto al progetto gomma le esperienze fatte ci parlano di miglioramenti sensibili sul piano tecnico sanitario e le controprove di colleghi francesi parlano di investimenti che si ripagano in tre anni per l’aspetto economico finanziario".

La moderatrice Liana Ayres ha presentato quindi coloro che stanno eseguendo lo studio sui materiali. Il professore Marco Pepe, dell'università di Perugia, ha esposto le qualità della gomma negli ospedali veterinari: "Le prove sono nelle cliniche di Perugia, che hanno dimostrato le qualità antishock, antimicotiche e antibatteriche e quindi di grande igiene degli ambienti sanitari. La neutralità verso umido, caldo e freddo, inoltre, permette economie di tempo sui campi di lavoro che non congelano".

I lavori sono stati chiusi dalla relazione del professor Fabrizio Rueca, dell'università di Perugia, che lega le patologie equine e umane in uno studio sulla silicosi nei campi di equitazione. La verifica, già positiva, proseguirà per avere conferma che i segni dell’infiammazione delle vie respiratorie non permangano, ma abbiano una positiva evoluzione. Sarà dunque il laboratorio a misurare di quanto migliorano le condizioni di cavalli, cavalieri ed istruttori esposti alle polveri di silice. (di Giovanni Manca, redazione Uisp attività equestri)