Uno sport inaspettato

di Yuri Calabrese e Claudia Palumbo

CERVIA (RA) - Nella giornata del 17 settembre si è tenuto nella città turistica di Cervia, nei Magazzini del Sale, un convegno sul calcio integrato con l'obiettivo di mettere a confronto varie esperienze per sottolineare l'importanza del calcio come strumento d'inclusione nei confronti di soggetti in situazione di disabilità.

"Cervia - ha affermato in apertura dei lavori l'assessore allo sport del Comune Giovanni Grandu - è una città che punta sul settore giovanile e ospita centri sportivi che sono dei veri luoghi d'educazione e dei punti di riferimento per le famiglie dei ragazzi". Lo scopo dell'evento è stato quello di porre l'accento su un calcio "diverso" e sulle varie modalità di approccio relazionale con esso. Nell'esporre le varie esperienze, è intervenuta Melissa Milani, presidente Cip Regione Emilia-Romagna. Dopo aver introdotto l'argomento della differenza di genere, problema frequente soprattutto in passato, Milani ha esposto  un'altra tipologia di calcio. Quest'ultima è fatta di regole e adattamenti molto particolari e ancora poco conosciuti, in particolare il calcio a 5 per atleti in situazione di disabilità visiva nel quale "non è importante vedere la palla ma sentirla".

L'importanza del ruolo sociale dello sport per persone con disabilità ma anche per emigranti e detenuti, è stata sottolineata dal presidente Aiac Onlus, Marcello Mancini, che ha esposto la disciplina del calcio a 7 per atleti in situazione di cerebrolesioni. Assieme Mancini, Daria Braga, direttrice di Laureus Italia Foundation, e l'onorevole Bruno Molea, hanno trattato l'argomento dello sport in contesti di disagio sociale. "Creare un impianto sportivo in una zona disagiata come il quartiere Zen di Palermo - ha dichiarato Molea - vuol dire dare l'opportunità ai tanti giovani che vivono in mezzo alla strada, di trovare un ambiente in cui fare attività sportiva e quindi recepire quegli insegnamenti funzionali a crescere in maniera corretta, rispettosi della diversità".

Altro argomento affrontato, in particolare da Andrea Rossi, sottosegretario alla presidenza della Regione Emilia-Romagna, è stato quello di arrivare a un rafforzamento del legame sport-scuola, come elemento d'inclusione. Si identifica, in tale contesto, la scuola come istituto educativo che consente al ragazzo di poter esplorare le varie discipline sportive in modo da evitare l'abbandono dell'attività, ancora oggi frequente soprattutto tra gli adolescenti. A render possibile lo svolgimento del convegno è stata inoltre la presenza del dirigente regionale responsabile del settore disabilità, Paolo Belluzzi, impegnato nel progetto "Essere e benessere" con il quale si organizzano uscite sportive con lo scopo di dare ai ragazzi con disabilità l'opportunità di vivere un'esperienza ludica lontano da strutture mediche e parasanitarie. "Siamo tutti nella stessa barca! Bisognerebbe cambiare registro - ha affermato Belluzzi - affinché lo sport diventi inclusivo al fine di intraprendere quella che è una ricerca qualitativa della dimensione sociale. Ne è  un esempio pratico la festa dello sport dei Mondiali Antirazzisti".

Al termine del convegno un'esperienza pregnante del calcio integrato è stata quella portataci dall'atleta di calcio su stampelle, Francesco Messori, della Nazionale calcio amputati. "Lo sport - ha sottolineato - è uno strumento terapeutico riabilitativo che permette di affrontare la quotidianità superando le barriere di disabilità".