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Norman Foster: l'architetto che ricercava il cielo

L'archistar, con una lectio magistralis su ambiente e sostenibilità, ha inaugurato il 27 settembre l'edizione 2016 di Cersaie a Bologna

di Ilaria Cumali

 

Bologna Fiere dal 26 al 30 settembre ospita il Cersaie: i padiglioni sono formicai di fornitori e architetti, trapela l'agitazione per la corsa all'affare, alla novità dell'anno. Ieri, 27 settembre, c'era qualcosa in più: il Palacongressi ha registrato il tutto esaurito per "10 on 10: Ten Fosters and Ten others", la lectio magistralis di Norman Foster. Per quasi due ore l'ospite, introdotto dall'amico e studioso Francesco Dal Co, ha raccontato il proprio modus operandi votato a una ricerca sostenibile, a un dialogo di ambiente e natura.

"L'essenza del costruire è il 'far abitare'. Solo se abbiamo la capacità di abitare, possiamo costruire". Così nel 1951, Heidegger delineava l'idea di un'architettura intrinsecamente legata alla filosofia e all'uomo. Il titolo della conferenza era Costruire, abitare, pensare e la platea era costituita da molti degli architetti che, scappati dalla Germania devastata dalla guerra, si ritrovavano davanti uno scenario che implorava una ricostruzione intelligente. L'edizione 2016 di Cersaie rievoca il titolo della conferenza tedesca e chiama alla parola Lord Norman Foster, classe 1935, architetto della sinuosità, della trasparenza e del cielo.

A Bologna Norman Foster ripercorre le tappe della sua carriera scandendola attraverso parole e immagini, analizzando gli elementi che lo hanno influenzato: dal Manchester Town Hall, che interpreta come struttura di uno scheletro umano che ritroverà nello studio dell'uomo vitruviano, all'esperienza giovanile nella Royal Air Force, dalla quale coglie l'amore per l'azzurro che diventerà caratteristica intrinseca del suo lavoro. In questo senso, la sua diventa "un'architettura alla ricerca del cielo", in cui le pareti si dissolvono in spazi di luce, come avviene nell'aeroporto di Hong Kong che definisce "un'esperienza analogica in un mondo digitale".

Trasparenza, luce e leggerezza, ma anche sostenibilità e attenzione all'ambiente sono i cardini della ricerca che ispirano la Foster + Partners. "Il mio dialogo tra ambiente e architettura – ha detto Foster – non solo mira al risparmio energetico e al benessere del cittadino ma anche a un modello di costruzione più sostenibile nel quale il sogno possibile è l'eliminazione di materiali di scarto, carbonio e combustibili fossili".

Il sognatore ha i piedi fortemente appoggiati sulle nuvole diceva Flaiano; Norman Foster col suo sguardo dall'alto, ha saputo trasformare il suo sogno in un modello di costruzione, in grado di legare le tecniche più avanzate al rispetto per l'ambiente. 

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