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Emilia-Romagna

Decreto legge su boschi e selve

In Italia ci sono quasi 12 milioni di ettari di boschi, il 39% del territorio nazionale, sui quali sta per essere varata una nuova normativa, che allarma alcuni ambientalisti
di Lorenzo Bedussi

BOLOGNA – Il paesaggio italiano è legato indissolubilmente ai propri alberi, dagli abeti del Trentino, fino agli ulivi della Puglia passando per i sugheri della Sardegna. Ora sta per essere approvata una legge che disciplina alcuni aspetti della gestione forestale ridefinendo competenze e priorità. La modifica è stata promossa da Maurizio Martina, ministro delle "Politiche agricole, alimentari e forestali" della scorsa legislatura, dopo 17 anni che i regolamenti non subivano modifiche.

Il dibattito sui limiti di questa legge è ancora aperto, poiché molto associazioni tra cui Greenpeace, Italia Nostra e Lipu sostengono che il decreto legge consideri le foreste come semplici riserve di legname, sulle quali l'intervento umano è auspicato più del dovuto. L'ecosistema boschivo è un ambiente vivo e in continua espansione, dal quale l'uomo ha sempre tratto alcune risorse per la propria sopravvivenza, tuttavia viene trascurata la capacità di auto-regolazione nelle foreste. Non è il primo intervento di modifica nella gestione delle selve, se consideriamo l'accorpamento della Corpo Forestale nell'Arma dei Carabinieri avvenuto negli ultimi anni.

I principi che ispirano questa "Revisione e armonizzazione normativa in materia di foreste e filiere forestali" (Atto del Governo 485) prevedono una revisione delle definizioni legislative, al fine di un "rilancio delle attività della filiera vivaistica forestale nazionale" e migliorare "la gestione di superfici forestali accorpate, anche quando i proprietari siano molti e le superfici unitarie piccole e piccolissime". Per questi fini è necessario vagliare "criteri minimi uniformi e sostenibili per le attività di gestione forestale, demandando alle singole Regioni il compito di declinarli tenendo conto della ricchezza e varietà degli ecosistemi forestali lungo tutta la Penisola".

Un bosco in autunno

Le linee guida e le premesse sono di sicuro positive, tuttavia le associazioni sono preoccupate dal fatto che, per tutelare la salute dei boschi, siano considerati interventi utili anche l'apertura di strade, poiché faciliterebbero l'intervento dei mezzi di soccorso in caso di incendi o dissesto idrogeologico. Inoltre si paventa la possibilità che un eccessiva apertura alle sfruttamento del legno venga cavalcata dall'industria del legname. Insomma, un argomento controverso sul quale è difficile dire l'ultima parola, che potrebbe essere uno degli ultimi atti dell'uscente governo Gentiloni.

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