Comitato Regionale

Emilia-Romagna

L'occhio della Uisp sulle elezioni amministrative

Intervista al presidente del Comitato regionale Emilia-Romagna Vincenzo Manco

di Vittorio Martone


BOLOGNA - Il mutato clima politico che emerge dalle elezioni che hanno visto la diffusa affermazione del centro-sinistra impongono una riflessione alla Uisp che sia basata sul punto di vista complesso dell'associazionismo di promozione sociale e sportiva. Per questo abbiamo chiesto a Vincenzo Manco, presidente della Uisp Emilia-Romagna, quali possibili conseguenze questo voto può avere sulla cosiddetta società civile.

"Si può tranquillamente sostenere - afferma Manco - che questo voto mostri un vero e proprio risveglio civico, come è stato sottolineato anche dai candidati che hanno vinto. Al di là dell'enfasi di parte, è impossibile però non riconoscere che il paese ha voluto dare una secca risposta al berlusconismo. Questo è accaduto anche in altre fasi dal '94 ad oggi, ma credo che oggi sia davvero molto più forte la voglia di partecipazione. Dal punto di vista della Uisp, in città come Bologna o come Milano, abbiamo assistito a impegni chiari assunti in campagna elettorale da parte dei nostri Comitati. Impegni che derivano anche dalla contestazione all'immobilità del governo centrale che, nonostante l'esistenza di un sottosegretario nazionale con delega allo sport assegnato a Rocco Crimi, non ha fornito alcun accenno di politica pubblica in materia sportiva. Si è molto sbandierato il progetto di alfabetizzazione motoria Miur-Coni, che dimentica però le tante esperienze locali e nazionali in cui è stata protagonista la Uisp. Personalmente, leggo questo approccio come tendenza a identificare i corpi intermedi della società civile come elementi di fastidio. La recenti amministrative ci ricordano invece che quei corpi intermedi vogliono giocare una partita da protagonisti".

Hai parlato di segnali di risveglio emersi anche in passato. Di fronte a questi nuovi segnali, temi il rischio poi di una nuova involuzione?
"Questa affermazione, che sarà pur parziale avendo riguardato 13 e non 40 milioni di elettori, potrà segnare un reale cambiamento solo se le forze politiche cui si è data fiducia riusciranno a leggere il valore del messaggio popolare. Come si attua questo per quanto riguarda la Uisp? Noi ad esempio apprezziamo il segnale di distribuzione delle deleghe della giunta di Bologna, frutto riformista della nostra interlocuzione con le istituzioni. Adesso dobbiamo chiedere un segnale chiaro della valenza trasversale dello sport nelle politiche pubbliche e sociali. Se le forze politiche sapranno creare meccanismi di ascolto costante e quotidiano, e non solo elettorale, comprendendo che le politiche pubbliche si costruiscono insieme alla comunità, allora un salto ci potrà essere".

Passando dal generale al particolare, come giudichi la situazione regionale con le sue particolarità locali?
"Commentatori più attenti e preparati del sottoscritto affermano, secondo me a ragione, che non assisteremo nell'immediato a stravolgimenti del quadro nazionale. Per questo il livello regionale diventa il fulcro su cui aprire una stagione nuova sui temi dello sport come diritto di cittadinanza. È a partire da qui che va rilanciato il valore trasversale dello sport. La Regione Emilia-Romagna ha aperto una strada ma adesso occorre fare un passo in più. Come Uisp noi non dobbiamo rivendicare risorse nel singolo capitolo dello sport, anche perché ci assumiamo la responsabilità della crisi, ma dobbiamo spingere per passaggi in cui la trasversalità sia evidente. Anche per questo non condividiamo per niente le critiche del Coni provinciale di Bologna alle deleghe sullo sport nella giunta Merola".

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