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Emilia-Romagna

Una nazionale di padani

Ieri, 23 novembre, la presentazione dell’ultimo libro di Sergio Giuntini all'Università di Bologna. Al centro dell'opera il rapporto tra Lega Nord e sport
di Francesco Mazzanti

BOLOGNA – Un libro che parla di storia, visto l'abbandono da parte di Matteo Salvini del progetto politico della Padania, ma allo stesso tempo fortemente attuale poiché si inserisce nei discorsi odierni su regionalismi e secessioni. L'ultimo lavoro dello storico Sergio Giuntini, "L'agonismo della Padania. Sport e Lega Nord", è stato presentato a Bologna il 23 novembre, nel dipartimento di Scienze dell'educazione in via Filippo Re 6. A guidare il dibattito il professore di Sociologia dei processi comunicativi e ideatore del progetto SportcomLab, Stefano Martelli e Nicola Sbetti, assegnista di ricerca al dipartimento di Storie, culture e civiltà e tra gli organizzatori del gruppo Sul filo del tempo.

"Lo sport padano – ha affermato Sergio Giuntini durante la presentazione – è un invenzione di Umberto Bossi. Lui aveva in mente un disegno preciso della Padania che coinvolgeva anche lo sport".  Il senatùr, da segretario della Lega, partecipava a ogni tipo di manifestazione sportiva e fu sua l'idea di incidere nell'immaginario locale attraverso la creazione della nazionale padana di calcio e del Giro della Padania che "anche se si è trasformato in un Vietnam per la Lega, ha visto la partecipazione di molte squadre professioniste ed è stato vinto dai migliori ciclisti del panorama nazionale come Ivan Basso e Vincenzo Nibali", sottolinea Giuntini.

Anche molti giocatori del Bologna hanno partecipato alla Viva World Cup, la competizione calcistica mondiale in cui si sfidano le nazioni non riconosciute. Carlo Nervo, per esempio, che poi diventerà anche sindaco leghista di Solagna, nel vicentino. "Il libro è una miniera di informazioni preziose – dichiara il professor Martelli – sarebbe curioso comprendere l'approccio degli sportivi padani alla questione dei ‘non autoctoni': come comportarsi di fronte al merito sportivo?".

La Lega aveva deciso di sfruttare lo sport per legittimarsi e per condurre delle battaglie politiche. "Come quando la squadra padana di calcio a 5 sfidò, a Rimini, una rappresentativa della nazionale italiana", dichiara l'autore. "Il libro è molto interessante – interviene Nicola Sbetti – perché permette di ampliare il dibattito sul rapporto tra sport e istituzioni politiche". Addirittura la Lega aveva creato un Ente di promozione sportiva: Sport Padania, adesso in difficoltà ma che aveva ricevuto molte adesioni. "È evidente – conclude Sbetti – come lo sport sia un veicolo per la costruzione di identità personali e collettive".

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