Nel corso dei Mondiali Antirazzisti 2008, nella notte tra l'11 e il 12 luglio, una ragazza si è rivolta al presidio medico della protezione civile interno al parco dei Mondiali denunciando di aver subito uno stupro. Dopo essere stata condotta al pronto soccorso dell'ospedale Maggiore di Bologna ed aver ricevuto le prime cure la ragazza, che non si era rivolta in precedenza agli organizzatori della festa e non aveva lasciato le proprie generalità all'accettazione del pronto soccorso, non ha voluto procedere con le analisi di routine rinunciando anche a esporre denuncia. La notizia dello stupro, circolata al mattino seguente nell'area del campo dei Mondiali, ha fatto emergere tra le molte partecipanti la protesta per i numerosi comportamenti machisti ed aggressivi riscontrati nel corso della manifestazione. La riflessione su questa forma di degenerazione di un'iniziativa votata invece al confronto sui temi dell'antirazzismo e dell'antisessismo ha indotto gli organizzatori dei Mondiali Antirazzisti a sospendere la manifestazione, interrompendo tutte le attività sportive e convocando tutti i partecipanti in un'assemblea generale per discutere delle problematiche emerse e delle possibili "reazioni" ad esse. Il lavoro cominciato in quell'assemblea è durato un intero anno ed ha condotto, con la collaborazione di numerose associazioni attive sull'intero territorio nazionale, alla strutturazione dell'edizione 2009, fortemente incentrata sulle tematiche queer, sul machismo, sull'omofobia e sulla violenza contro il corpo delle donne. In questo speciale abbiamo intervistato alcuni dei protagonisti di questo innovativo cammino di cui si può trovare traccia anche nell'ultimo numero del nostro periodico Area Uisp.
A seguito della bocciatura della proposta di legge di modifica dell'art. 61, riguardante l'inserimento dell'aggravante per i reati connessi alla discriminazione sull'orientamento sessuale, l'Uisp lancia un appello per rompere le barriere del pregiudizio.
"Sono state giornate furibonde, senza atti d'amore, senza calma di vento". Cantava così Fabrizio de Andrè nella canzone "Anime salve" del 1996. Il caso di Eluana Englaro, la sua strumentalizzazione politica, il lavorio mediatico che ha contornato questa vicenda avrebbe dovuto lasciare spazio invece ad un rispettoso silenzio. Discutiamo di questa vicenda umana e dei suoi risvolti politici e sociali con Stefania Marchesi, vice presidente nazionale dell'Uisp.
È ancora vivo nella memoria collettiva il ricordo del 23 agosto scorso, quando Josefa Idem - a 43 anni - conquistò l'argento nella finale dei 500 m di K1 femminile alle Olimpiadi di Pechino, con soli 4 millesimi di distacco dalla rivale ucraina.