Comitato Regionale

Emilia-Romagna

Salute, giovani, territorio e politiche educative: le priorità Uisp per il 2011

Intervista a Vincenzo Manco, presidente del Comitato regionale Emilia-Romagna.

BOLOGNA - Abbiamo discusso con Vincenzo Manco, presidente regionale del Comitato emiliano-romagnolo dell'Unione Italiana Sport Per tutti, degli impegni e delle attività da portare avanti nel 2011.

Vincenzo, qual è l'orizzonte con cui la Uisp Emilia-Romagna deve confrontarsi nel 2011 e quale il piano operativo che ne consegue?
"Sono convinto che sul livello nazionale si stia chiudendo una stagione, che si può sintetizzare con il termine di 'berlusconismo', con quello di 'post-tangentopoli' o con la formula della 'transizione che non si chiude'. Sta di fatto che andiamo incontro a una situazione nuova che deve fare i conti con una crisi tangibile e palpabile. Dentro questa realtà la Uisp emiliano-romagnola deve aprire riflessioni sui risvolti della crisi nelle tasche delle famiglie. Ne consegue la necessità di capire in che misura si ridurranno gli investimenti delle famiglie in attività motoria e pratica sportiva. Da qui, l'esigenza di rimodulare la nostra offerta. In secondo luogo, è tempo di rafforzare la visione culturale della pratica sportiva e dell'attività motoria guardando al modello proposto dalla Comunità europea. Dobbiamo poi porre particolare attenzione a quanto emerge dalle neuroscienze sulla nuova pedagogia del corpo e sull'idea del benessere. Su tutto ciò credo sia giunto il momento di pensare ad un seminario di aggiornamento della 'mission' associativa, partendo soprattutto dai fondamenti culturali, e preparare un appuntamento che veda anche la presenza delle istituzioni: sia per mettere anche loro a conoscenza di questa riflessione sia per riprendere un confronto con Regione ed Enti locali rispetto al tema delle politiche integrate e della nuova idea di welfare. Tutto ciò per capire qual è il ruolo che un'associazione sportiva come la Uisp può giocare dentro la riorganizzazione delle politiche pubbliche".

Il 17 novembre del 2010 si è svolto il consiglio regionale sul bilancio preventivo; il consuntivo sarà invece discusso a fine gennaio. Quali direttive sono state poste con questi documenti e quali sono i principali settori di investimento del Comitato regionale?
"Diciamo che anche per quest'anno manteniamo un certo equilibrio nella distribuzione delle risorse a disposizione delle varie politiche. Le priorità invece riguardano la prevenzione alla salute e il rapporto con l'attività motoria, assieme poi alle politiche giovanili e alle politiche educative. Non abbiamo poi trascurato una riflessione sul nostro sistema delle aziende per la gestione di impianti complessi: è infatti arrivato il momento di capire quali scelte fare per relazionarsi ai cambiamenti in atto sia nelle scelte delle istituzioni locali sia nelle logiche del mercato. Abbiamo poi bisogno di conoscere i nuovi strumenti interni alle normative a disposizione, dall'Europa alle Regioni, per cui diventa prioritario investire nella formazione. Dal punto di vista organizzativo è poi arrivato il momento di fare un investimento sulla riforma del modello associativo, per migliorare l'offerta, semplificare i passaggi organizzativi e ridurre i costi".

Quali sono le tue idee per uno sviluppo parallelo della Uisp e del territorio regionale dell'Emilia-Romagna?
"L'impegno Uisp deve essere finalizzato a far acquisire maggiore consapevolezza delle potenzialità trasversali della cultura del movimento e sportiva: i vantaggi riconosciuti ai corretti stili di vita nella riduzione dei costi socio-sanitari devono diventare sempre più un elemento di attenzione nella programmazione delle politiche pubbliche del territorio. Per questo c'è bisogno di un salto qualitativo della Uisp, delle istituzioni e della politica. Per attivare sinergie virtuose che abbiano ricadute sulla cittadinanza e sulla comunità occorre considerare la cultura sportiva come volano di produzione di ricchezza e non come costo e servizio alla persone. Il ruolo della Uisp in questa fase sta dunque nell'assumersi una parte di responsabilità, sapendo di agire in un periodo storico economicamente delicato. Noi dobbiamo metterci a disposizione delle politiche pubbliche come risorsa sociale legata alla promozione della sostenibilità ambientale, dell'inclusione sociale, dell'integrazione multiculturale, della prevenzione della salute, della cultura della pianificazione territoriale. Perché crediamo che territori e città più camminabili, più a misura d'uomo, rendano più sicura tutta la comunità".

(vi.mar.)

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