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Emilia-Romagna

Un terremoto nello sport, sei mesi dopo

Il sisma emiliano tra conseguenze umane ed economiche, alla luce di un tessuto umano che si è scoperto più solidale. Intervista ad Andrea Covi, presidente della Uisp Modena

Un dormitorio allestito in una tensostruttura - Foto di Matteo Angelinidi Vittorio Martone


MODENA - Il 18 giugno Francesca U. consegna alla Uisp di Modena cento euro da destinare alla ricostruzione della palestra di Medolla, danneggiata gravemente dalle due scosse di terremoto del 20 e 29 maggio che hanno colpito l'Emilia. La sua è una delle tante donazioni, piccole e grandi, che singole persone e società sportive hanno messo nelle mani degli amministratori della Uisp per la ricostruzione degli impianti del territorio. I danni a persone, abitazioni, industrie e strutture sono stati gravi (ne abbiamo parlato in uno speciale sul numero di luglio della nostra rivista Fuori Area), eppure il terremoto ha permesso di scoprire un tessuto sociale molto solido. Con Andrea Covi, presidente del comitato modenese della Uisp, abbiamo fatto il punto della situazione, discutendo anche di questo capitale umano che ha ulteriormente arricchito l'associazione dello sportpertutti, a sei mesi di distanza dal sisma.

Partiamo da un bilancio sulla situazione attuale.
"Le tendopoli sono state tutte dismesse. I campi da calcio che le ospitavano sono tornati alle società sportive ma non sono utilizzabili, per via del passaggio dei trattori e dello stabilizzante sparso sul manto erboso. Le società riceveranno dalla Protezione civile un contributo dai 15 ai 25 mila euro per rimettere tutto a posto. Soldi che non basteranno. Per l'impiantistica natatoria abbiamo riaperto le strutture di Carpi, San Felice e Bomporto, con risorse messe a disposizione dal nostro comitato. Abbiamo risposto così alle sollecitazioni delle amministrazioni comunale e provinciale che chiedevano la riapertura. Adesso si apre il tema del rientro di questi capitali. Restano chiuse le piscine di Finale Emilia e Mirandola. Per le palestre abbiamo soluzioni di ripiego, con palloni e tensostrutture. Ma sono tutte già sature. Le società polisportive sono le più penalizzate perché il terremoto ha separato il loro corpo associativo in mille rivoli".

E per quanto riguarda il comitato Uisp di Modena?
"La Uisp ha erogato 40.000 euro in forma di affiliazione gratuita, contributi sull'affitto degli spazi e materiali. Oltre a quanto anticipato per la riattivazione degli impianti".

L'impegno però non si è limitato alle risorse economiche?
"Non ho perso mai occasione per dire che la Uisp ha manifestato una solidarietà non scontata. È venuto fuori il dna della nostra associazione, dai singoli soci alle società. Siamo presi da mille impegni, considerando anche la campagna congressuale 2013, ma abbiamo cominciato a scrivere a tutti quelli che ci hanno dato un contributo economico, indicandogli dove sono stati investiti i loro soldi e costruendo anche gemellaggi tra le società. Inoltre molti giovani si sono avvicinati a noi per dare una mano e sono stati tesserati, divenendo parte integrante della nostra onlus Uisp Modena Solidarietà. A loro daremo un riconoscimento formale in occasione del congresso territoriale del 19 gennaio".

Voi siete intervenuti nelle tendopoli con proposte di attività motoria, formando ad hoc gli operatori. Credi siano maturi i tempi per un coordinamento nella Uisp che unisca persone preparate per azioni di supporto alla Protezione civile?
"La possibilità è già concreta. A Modena abbiamo la Seasub, una società legata alla Protezione civile, che già collabora per interventi subacquei. Credo che la Uisp possa benissimo stare al tavolo della Protezione civile ma bisogna strutturarsi, con volontari preparati, responsabili e adeguata formazione. La Uisp, essendo molto sensibile, può continuare a fare questo tipo di attività mettendo innanzitutto in rete risorse che già ci sono".

In chiusura, la Uisp Modena sta risentendo del terremoto in fato di tesseramento?
"Stiamo tenendo. Al 21 novembre dello scorso anno avevamo 36.600 tesserati, adesso ne abbiamo 36.500. Nella 'Bassa' (pianura padana, ndr) sicuramente c'è stato un calo, che però evidentemente è stato compensato da una risposta di tutto il resto del territorio provinciale. Credo che in molti abbiano apprezzato la bontà del nostro intervento a supporto delle zone colpite. E penso che le persone si ricorderanno della Uisp per tutta la vita".

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