Comitato Regionale

Emilia-Romagna

Una domanda di partecipazione. La riflessione Uisp dopo la vittoria del sì al referendum

Il presidente regionale Vincenzo Manco: "Siamo di fronte a un segnale di cambiamento che deve interessare anche il nostro modello associativo"

di Vittorio Martone


BOLOGNA - A seguito del raggiungimento del quorum nel referendum del 12 e 13 giugno su acqua, energia nucleare e legittimo impedimento, che ha visto una schiacciante vittoria dei sì con il 95 per cento, la società civile e il mondo del Terzo Settore vivono in questi giorni momenti di entusiasmo e soddisfazione. Abbiamo chiesto a Vincenzo Manco, presidente della Uisp Emilia-Romagna, di commentare questo risultato e lo scenario che ne consegue andando al di là degli entusiasmi.

"Credo che l'esito referendario sia dipeso anche da un effetto di trascinamento legato al risultato delle amministrative. Il raggiungimento del quorum con percentuali così alte, poi, rende evidente il ruolo da grande protagonista della società civile organizzatasi in forme classiche e nuove, come la comunicazione sul web e tramite i social network. In questo contesto, la Uisp può poi ascrivere a sé, in particolare per i due quesiti sull'acqua, una parte di merito per il risultato raggiunto: un contributo riconosciuto oggi da più parti e anche sui quotidiani nazionali".

Quali riflessioni può trarre l'associazione nel suo complesso?
"Questo nuovo protagonismo della società civile dice che si può ritenere defunta la forma di governo populista preferita dal presidente del consiglio. Si rompe dunque il dominio massmediatico cui sembrava di essersi assuefatti negli ultimi 20 anni. Ne deriva una sorpresa sull'efficacia che hanno saputo costruirsi le forme di comunicazione non tradizionali. Come Uisp dobbiamo dunque interrogarci su come produrre nuove forme di partecipazione. La cultura del movimento, lo sport sociale, connesso a sani stili di vita e al benessere individuale e collettivo non può non confrontarsi con questo scenario che, rispetto all'ondata dei sì, chiarisce il desiderio della società civile di svolgere un ruolo sussidiario nella gestione dei beni pubblici. Noi possiamo essere promotori e protagonisti di questo cambiamento. Un cambiamento di cui si vede già traccia anche in un segnale come quello delle deleghe a 'benessere, qualità della vita, sport e tempo libero' assegnate all'assessore milanese Chiara Bisconti".

La società civile porta dunque a casa un risultato importante. Ma persiste l'attitudine di una certa politica a rifiutare il confronto democratico, come si evince dai ripetuti ostacoli frapposti al raggiungimento del quorum. Cosa progetta la Uisp per cambiare anche questa realtà?
"Semplicemente di lavorare sempre più perché torni al centro della politica il senso prioritario dell'agire pubblico. I cittadini hanno chiesto partecipazione alle decisioni e alle politiche pubbliche. E per stare al passo noi stessi della Uisp, con la nostra associazione complessa, dobbiamo aprirci sempre più a tali meccanismi. Si dovrà partire dalle società sportive per arrivare alla cittadinanza, anche per costruire una nuova classe dirigente. Mi piacerebbe poterlo fare partendo dalla rete, aprendo già sui blog che si occupano di sport la riflessione su temi come attività motoria e inclusione sociale. E in prospettiva, come già sta avvenendo in Emilia-Romagna, bisogna pensare a un'assemblea delle società sportive per aprire una fase di ascolto e raccogliere contributi. Sintesi di questo lavoro sarà la riforma del nostro modello associativo e del modello sportivo nel suo complesso".

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