L’Aurelio è uno dei quindici quartieri romani edificato nel 1911. Nelle vecchie immagini reperibili su internet si può vedere l’espansione, molto simile a quella di tanti altri quartieri spuntati nel corso del secolo scorso, piccole e grandi palazzine venite su in maniera disordinata, nell’atto di rubare rettangoli di terra all’agro romano. In quasi tutte queste cartoline dell’epoca c’è la costante della vicinanza alle mura vaticane, la nuova Roma che cresce in simbiosi con la storia del Cristianesimo.
C’è una storia parallela che avanza in questo quartiere, quella legata allo sport che gli abitanti hanno praticato nel corso degli anni. Il Gruppo Sportivo Aurelio, nasce un’estate romana 25 anni fa e ancora oggi resiste in questo spicchio di quartiere, tra i più popolosi della città. Una polisportiva che nel corso del tempo ha visto crescere generazioni di pallavolisti, ginnaste, cestisti e, naturalmente, judoka.
Per l’Uisp e il GS Aurelio il punto d’incontro principale è legato al Judo, in particolare nella persona del Maestro Claudio Bufalini, più di trent’anni tra i tatami italiani: “Faccio parte dell’UISP da 36 anni, da 34 sono dirigente nazionale”. Bufalini ha attraversato tutte le fasi delle discipline orientali dagli anni 70 ad oggi, dalla loro nascita, alla loro esplosione, ai continui cambiamenti “La diffusione dei film sulle arti marziali trent’anni fa contribuì ad un vero e proprio boom sportivo, nelle periferie romane nascevano palestre e atleti, la lega Judo Uisp contava circa 3 mila iscritti”. Tra le pagine degli archivi il binomio UISP e Judo è saldo, poi il calo: “E’ stato fisiologico, e si possono riconoscere le responsabilità nelle mode che cambiano, il bombardamento continuo da parte di emittenti televisive private con nuove discipline importate dagli Stati Uniti, un esempio su tutti il wrestling: poco sport, tanta pubblicità e prodotti da vendere” infine i giorni nostri “La percezione dell’insicurezza ha dato il via al fiorire di corsi di autodifesa personale, questo ha danneggiato il movimento sportivo, si fa sport per proteggere se stessi e non per il piacere di farlo, di andare a fondo sulla storia di una disciplina, la conoscenza delle proprie possibilità.” Nonostante tutto le discipline orientali resistono: “Il punto di forza delle nostre attività sta nella continua elaborazione da parte di dirigenti, tecnici e atleti. L’Uisp ha un modello, evitiamo di seguire le nuove mode perché siamo consapevoli delle potenzialità del nostro movimento, continuiamo a trasmettere competenza e passione e tutto questo ci viene riconosciuto.” Il lato umano dello sport.
foto: aureliosg.it
PRENDE IL VIA LA NUOVA STAGIONE SPORTIVA 2023/2024
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