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CENTRO KUNG FU MONTEVARCHI

Storia e non solo

Il Centro Kung-Fu Montevarchi” nasce nel 1987 grazie a due maestri di Siena, Alessandro Sani e Claudio Manenti, istruttori di Kung-Fu, affiliati da sempre alla Uisp.

Paolo Bartolucci, un tempo allievo, adesso maestro di riferimento della società ci racconta la sua esperienza personale: «sono sempre stato affascinato dalle arti marziali, ho cominciato da bambino, praticando Judo presso la “Izumo Sport” del maestro Mario Resti, era la metà degli anni Settanta. Dopo circa dieci anni, con l’apertura del Centro Kung-Fu Montevarchi, decisi di lasciare la Izumo per perseguire il mio sogno di bambino ispirato dagli eroi dei fumetti e naturalmente da Bruce Lee.

Con l’inizio degli anni Novanta il maestro Claudio Manenti lascia l’incarico per motivi di lavoro e perciò il maestro Sani chiede aiuto a Paolo Bartolucci inizialmente solo per riscaldare i principianti: «ero stato fino a quel momento un allievo molto diligente, non avevo mai saltato un allenamento, mi ero applicato ed ero andato a fondo nella pratica partecipando anche ad alcuni stage. Sani notò in me alcune potenzialità e per questo mi invitò al corso istruttori tenuto dal caposcuola della nostra Federazione, il maestro Chang Dsu Yao. Il corso si svolgeva a Bologna una volta al mese e partecipavano tutti gli istruttori del centro Italia appartenenti alla Fe.I.K. (federazione italiana Kung Fu). Dopo tanti anni di sacrifici sono riuscito a diventare maestro e ancora oggi partecipo agli incontri tenuti dal figlio del mestro Chang Dsu Yao, il maestro Chang Wei Shin per aggiornarmi e continuare ad approfondire la disciplina».

Nel frattempo la società continuava ad allargarsi grazie alle iniziative del maestro Sani coadiuvato dall’allievo Bartolucci e con essi arrivarono le prime conquiste: «mentre parliamo, di fronte  a me ho qualche trofeo, nel vederli mi tornano alla mente tante soddisfazioni: 

  • Bologna, giugno 1991 – secondo posto nel combattimento prestabilito a coppia e terzo posto nella gara di forme con le armi.
  • Bologna giugno 1992 – primo classificato sul Thai Chi Chuan.
  • Perugia aprile 1997 – campionato del mondo – Word Kung Fu Cup – terzo classificato Thai Chi con armi.
  • Svizzera marzo 1997 – Internazionali: secondo nella forma Thai Chi a mano nuda e terzo nella forma con le armi.

Successivamente, divenuto maestro, non ho più potuto partecipare alle gare, ma i miei allievi ad ogni manifestazione fanno il pieno di coppe e medaglie.

La stagione 2008/09 è stata la più prolifica per la società: «avemmo oltre sessanta tesserati. Nei mesi precedenti mie ero dato da fare con tante dimostrazioni in giro per il Valdarno impegnandomi  a sponsorizzare l’attività. In quell’anno, alla Budo Cup interregionale di Prato, riuscimmo a guadagnarci più della metà delle medaglie fra primi, secondi e terzi posti».

Per quello che riguarda la disciplina, il Kung Fu si suddivide in due grandi branchie: stili interni e stili esterni. Gli stili esterni, rappresentano i momenti forti e veloci e il significato della tecnica è chiaro perché si dimostra attraverso pugni e calci. Negli stili interni, invece i movimenti sono più lenti e fluidi; l’applicazione della tecnica è celata, l’attenzione si condensa sul controllo della respirazione e la distribuzione dell’energia interna: «più aumenta la pratica di entrambi gli stili più queste due sfere si amalgamano e si fondono.  Non si può applicare la tecnica senza un po’ di vigore».

Fondamentale è il rispetto: «nella nostra federazione si comincia con un primo saluto in piedi che sta alla vigilia della vera e propria “cerimonia del saluto” la quale si rivolge al cielo, ai padri e ai maestri. Il cielo rappresenta un qualsiasi Dio a cui uno crede, i padri sono i fondatori della disciplina e i maestri sono coloro che hanno tramandato la tradizione. La cerimonia si conclude in piedi con un ultimo saluto al maestro per ringraziarlo della lezione».

Nel Kung Fu tradizionale si usano anche le armi: bastone corto, bastone lungo, sciabola, spada, alabarda, lancia, Kwai e il Nunchaku in cinese Shuang Jie Kun- due bastoni con catena: «la pratica delle armi fa parte della tradizione del Kung Fu e serve innanzitutto a rinforzare il fisico in quanto il corpo viene allenato attraverso un peso. Questo porta anche ad aumentare la propria capacità di difesa e nel momento del bisogno qualsiasi cosa a portata di mano può trasformarsi in un’arma. Le arti marziali rinforzano il corpo e lo spirito ma oltre a ciò, se la pratica è corretta, si arriva ad apprendere anche l’autodifesa. Molti si avvicinano alla disciplina proprio per questo motivo».

I tesserati della stagione corrente sono circa trenta tra adulti e bambini. A Dicembre durante la Budo Cup interregionale di Prato il centro Kong Fu ha ottenuto importanti risultati, fra i quali il quarto posto di Luna Bartolozzi nella forma a mano nuda Under 13. Il maestro Bartolucci ci tiene a concludere ringraziando alcuni suoi collaboratori: Marco Cammelli e Filippo Sala, tra i migliori allievi della società nonchè vicepresidente Giuseppe Cerzosimo detto “Beppe”.

Nonostante il Corona Virus gli allievi del centro Kong Fu Montevarchi continuano ad allenarsi, naturalmente in maniera individuale ed ognuno a casa propria. Gli adulti possiedono il loro programma personalizzato mentre per i bambini il maestro ha registrato un video tutorial.

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