Comitato Territoriale

Terre Etrusco-Labroniche

Progetto CALCIO PER LO SVILUPPO

Mercoledì 13 Marzo le due classi dell’Isis M.Polo coinvolte nel terzo incontro del Progetto Calcio per lo sviluppo si sono confrontate sui temi della Povertà e della Povertà di aspirazioni analizzando la storia di un giovane, Simone Musinde, proveniente da un insediamento abusivo di Mathare, Kenya, la cui vita ha preso una direzione inaspettata da quando è entrato a far parte di un’organizzazione sportiva.

Cosa fare e perché il lavoro con i giovani dia buoni frutti?

La povertà è un fenomeno globale, pertanto, non è solo limitata a una particolare società. Possono esserci differenze nel livello e nei tipi di povertà tra le varie società, ma ciò non significa che i poveri siano da incolpare per questo. Le persone devono essere consapevoli di quanto sia complessa la povertà e delle sue cause e forme. Solo allora, qualcosa potrà essere fatto contro questo fenomeno. Pertanto, è importante educare, discutere, mostrare esempi e casistiche su questo argomento. Nel nostro caso, i giovani devono essere consci di cosa sta avvenendo nella comunità globale generale, soprattutto grazie al calcio nel campo dell’educazione allo sviluppo. Non importa che qualcuno si descriva come povero o meno, è necessario capire perché i poveri esistono e perché sono vittime della povertà. Desideriamo lavorare con i giovani, perché, in quanto società civile, leader e decisori di domani, devono comprendere cosa sta succedendo in altre parti del mondo e come questo si relazionerà con il loro sistema e quello degli altri, con le società, ma soprattutto con il sistema globale. I giovani devono essere motivati a studiare le altre società e le strutture che regolano le proprie società e quelle degli altri, affinché siano in grado di prendere decisioni informate sui loro consumi e sulla loro cooperazione interculturale e allo sviluppo, ecc. Coinvolgendoli in attività che fornirebbero loro empowerment e una guida, e darebbero loro gli strumenti atti per analizzare criticamente questi problemi, sarà molto probabile che i giovani si attivino, si interessino e sviluppino una creatività che permetta loro di agire e prendere iniziative. L’effetto può essere un’educazione fatta dai giovani per i giovani e l’avvio di discussioni entro circoli di amici, famiglie, scuole, nel tempo libero, ecc. Questo potrebbe essere un contributo al tema e un inizio del processo, se lavoriamo con i giovani.

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