Comitato Territoriale

Torino

Politiche Educative

Uisp è attività sociale, educazione e giovani. I giovani non sono il futuro di una società, sono il presente, sono una componente strutturale della società, per la quale occorre creare politiche e servizi volti a svilupparne le potenzialità. A questo scopo è necessaria l’adesione degli adulti e il loro coinvolgimento attivo, servono azioni concrete da parte di Istituzioni, famiglia, scuola e agenzie educative e politiche specifiche da parte degli Stati (dalla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza).
Questa nuova cultura prevede il passaggio dal progetto al sistema dove la sussidiarietà non è un’opportunità lasciata alla buona volontà e lungimiranza del singolo individuo (sia politico di turno, dirigente scolastico, insegnante, educatore, ecc.) ma un metodo di intervento, una strategia operativa acquisita e consolidata all’interno della quale ciascun attore pubblico o privato ha lo stesso peso e la stessa dignità.
Le politiche educative, non riguardano solo la scuola: lo sport è, in Italia, la terza agenzia educativa dopo la famiglia e la scuola, strumento per educare a trasmettere modelli e valori.
C’è uno sport che si prende cura dei giovani, uno sport non autoreferenziale, che non si pone l’obiettivo di “tirar fuori” il campione ma di offrire ai giovani contesti di crescita positiva, spazi di libertà: libertà di divertirsi, di esprimersi, di migliorarsi, di confrontarsi; che promuove una cultura del rispetto, della convivenza civile, della condivisione, che incoraggia il protagonismo giovanile.

Uno sport che esalta la centralità del soggetto piuttosto che la centralità della prestazione. È lo sportpertutti! Lo sportpertutti assume centralità nel processo educativo di tutta la comunità (che, a sua volta, è comunità educante), oltre ad essere lo spazio di incrocio tra sociale/educativo/giovanile.
C’è un grande lavoro da fare insieme, le Istituzioni (la scuola e le P.A.) e il privato sociale (Comitati territoriali Uisp, ASD e altre Associazioni) per intensificare l’azione didattica e educativa in classe e fuori, hanno la responsabilità di costruire insieme, in un rapporto di pari dignità, risposte mirate ai bisogni di ogni singolo territorio, creando percorsi educativi e condivisi per chi quel territorio lo vive quotidianamente (ovviamente i bambini della scuola, ma anche i ragazzi, i gruppi informali, gli adulti, gli anziani…).
Nuovi contesti di opportunità dove, attraverso una costante riflessione comune, i soggetti coinvolti scuola, famiglie, associazioni e naturalmente i minori, potranno promuovere didattica innovativa anche attraverso la leva educativa della promozione sportiva. Il quadro concettuale di riferimento per le politiche sociali/educative/giovanili, in sostanza, è proprio il recupero dell’idea (che va continuamente declinata, praticata e riaggiornata) della comunità educante, nel nuovo contesto sociale in cui siamo.
È qui che stanno insieme i tre ambiti, perché il ruolo che ha lo sportpertutti in questa declinazione dell’essere in comune è anche quello dell’attivazione sociale, della creazione e mantenimento di reti solidali, del contrasto all’emarginazione e della promozione della condivisione di saperi e risorse, come anche quello della partecipazione giovanile, della promozione dell’autonomia e della creatività dei giovani. In questo quadro complesso, chi è educato è anche educatore e tutti si prendono cura del bene comune.

Bambini e adolescenti protagonisti: la policy Uisp. L’Uisp condivide con Save the Children una partnership che ha proprio nella protezione dell’infanzia e dell’adolescenza e nella promozione dei diritti di bambini e ragazzi un elemento centrale.
Collaborazione che non si limita a condividere enunciati di principi forti ma che è attiva su tutto il territorio nazionale con azioni concrete per promuovere lo sviluppo della comunità attraverso la cura e l’accompagnamento dei minori nei processi di crescita. L’Uisp sostiene la campagna di Save The Children “Illuminiamo il Futuro”, e contribuisce attraverso il proprio bagaglio di esperienze, di valori, di ideali, di risorse umane formate e competenti, alla attivazione dei Punti Luce, presidi territoriali in quartieri con elevato disagio socioeconomico, che sviluppano azioni di contrasto alla povertà educativa giovanile, nell’ottica della promozione dei diritti di tutte e tutti. L’Uisp aderisce inoltre alla campagna di sensibilizzazione di Save The Children “Adulti a posto” che prevede l’adozione di codici di condotta e di procedure per la segnalazione di abusi o di comportamenti scorretti nei luoghi abitualmente frequentati dai ragazzi al fine di scongiurare possibili fenomeni di abuso o di comportamenti inadeguati da parte di persone adulte.
Crediamo infatti che il mondo sportivo debba sentirsi pienamente coinvolto e toccato da questi temi, in quanto favorisce l’incontro tra un grandissimo numero di bambini e i loro educatori. Siano tecnici, allenatori, insegnanti, maestri, istruttori o appunto educatori sportivi. Senza contare che l’ambito della pratica sportiva (o comunque ludicomotoria) è proprio dei più delicati, per quello che riguarda lo sviluppo psicofisico dei bambini e dei ragazzi. Un terreno dove bisogna esercitare ancora maggiore attenzione, avendo a che fare eminentemente con la relazione corporea.
Va in quest’ottica un’ulteriore sfida: la formulazione di una Policy Uisp redatta mettendo insieme le competenze e l’esperienza di Save the Children e dell’Uisp. Policy entrata a far parte delle materie formative del mondo associativo Uisp, inserita di diritto nelle Aree Comuni della formazione perché, adottando la Policy, si sviluppi consapevolezza e attenzione presso tutto il corpo associativo (dirigenti, comitati, associazioni affiliate). L’obiettivo è che alcuni dei temi più generali legati all’abuso e al maltrattamento vengano rideclinati e reinterpretati nel contesto di un’associazione sportiva. Dunque, partendo dai due principi fondamentali del superiore interesse del minore e del suo diritto di ascolto, abbiamo potuto inserire nel nostro testo alcuni esempi di abuso, da evitare e contrastare:

  • non rispettare i tempi di crescita fisio-psicologica del minore;
  • operare nell’ottica della selezione precoce non utilizzando le metodologie, la pedagogia e le didattiche partecipative;
  • spingere verso il primato del risultato, della vittoria ad ogni costo, all’affermazione di sé contro gli altri;
  • l’uso di linguaggi, atteggiamenti, comportamenti e metodi coercitivi e non partecipativi o che sottolineino differenze di genere o pregiudizi culturali;
  • il dirigismo nei rapporti, l’impedimento alla libera circolazione dei tesserati minorenni tra una ASD e l’altra.

Il pensiero e le azioni che hanno sostenuto l’elaborazione della Policy fanno parte di un patrimonio culturale e valoriale Uisp e della sua storia, protesa a soddisfare una fruizione libera e partecipata dello sport e dell’attività motoria, insieme alla possibilità di orientare ad un approccio “dolce” e rispettoso delle differenze individuali. Per questo siamo stati i primi, nella metà degli anni ‘80, ad introdurre in Italia il concetto di una pratica sportiva per tutti, a tutti i livelli. Un riferimento valoriale che ha prodotto metodologie e itinerari didattici, la condivisione di Dichiarazioni di Organismi nazionali e internazionali sulla Tutela dei Diritti dei Fanciulli, non solo nello sport, e la partecipazione a tavoli di elaborazione di progettualità come il Gruppo CRC (Gruppo di lavoro per il monitoraggio della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza). Da queste collaborazioni possono attivarsi energie utili al miglioramento della condizione dei bambini e dei ragazzi nello sport, a partire dalle nostre associazioni sportive affiliate, e non solo nello sport in senso stretto: nei quartieri, nelle piazze dove si gioca liberamente, nei luoghi di aggregazione informale, nei parchi e negli spazi pubblici delle città. Dotarci di procedure come queste e adottare una Policy Uisp testimonia concretamente la strada intrapresa dall’associazione sul tema dei diritti per l’infanzia.
L’Uisp è anche partner nazionale della grande rete Crescere al Sud che, nata nel 2011 a Napoli, grazie al sostegno di Fondazione con il Sud, con la conferenza “Crescere al Sud – per i diritti dei bambini e degli adolescenti delle regioni del Mezzogiorno”, conta 56 organizzazioni che lavorano per la promozione e tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza nel Mezzogiorno. L’Uisp contribuisce col ricco bagaglio di esperienze, buone pratiche e competenze al raggiungimento degli obiettivi della rete: promuovere e stabilire le linee programmatiche su comunità educante e tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
È in questi ambiti comuni che un’associazione sportiva, con una forte caratterizzazione sociale come l’Uisp, deve costruire partnership forti mettendo a disposizione le proprie competenze, la propria storia e le proprie specificità per obiettivi comuni.

 

 NOTIZIE DA UISP NAZIONALE
Agenda della Disabilità

 

Fondazione CRT e CPD - Consulta per le Persone in Difficoltà - hanno unito le forze per costruire un modello di #inclusione per il futuro realmente partecipato. Con la stesura dell’Agenda si è voluto rispondere così ad una domanda strategica: cosa possiamo fare per raccogliere le sfide del territorio e raggiungere assieme obiettivi che migliorino le nostre comunità, la qualità della vita delle persone e delle famiglie, la gamma delle opportunità percorribili? Per trasformarla in azioni concrete, per segnare quei Goal, è fondamentale il gradimento, l’adesione, il supporto di tutti, proprio perché l’Agenda è uno strumento non di alcuni, ma della nostra comunità. 

L’Agenda individua 6 Goal e 2 ambiti trasversali, ambiti ideali in cui ricondurre idealmente le criticità, gli obiettivi e le azioni possibili.

Nel 2022 è tempo di realizzare i progetti e le azioni che nell’Agenda sono state raccolte in modo partecipato e condiviso. Un’opportunità aperta a tutti, un percorso comune per migliorare le nostre comunità in modo inclusivo innovativo e sostenibile.

Uisp Torino ha aderito all' Agenda 
Aderire all’Agenda significa innanzitutto esprimere il proprio impegno civile a favore della comunità in cui si vive, si lavora, si partecipa, per tentare, mettendoci del proprio, di migliorarla per sé e per gli altri.

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