Il quotidiano sportivo piemontese ha intervistato il responsabile Francesco Mongiovì ricostruendo la storia e le ragioni del successo della specialità
Ormai da molti anni l'Uisp ha adottato l'hit ball, inserendolo nelle attività del Settore giochi e garantendo al movimento la possibilità di crescre e svilupparsi. Le sue caratteristiche di inclusione e pratica scolastica lo rendono pienamente in linea con lo spirito dello spoertpertutti Uisp e così questa collaborazione prosegue con successo. Negli anni l'esperienza si sta allargando, in particolare grazie ai numeri di tutto rispetto raggiunti con studenti e studentesse. Anche per questo il quotidiano Tuttosport ha realizzato un lungo approfondimento sull'hit ball, intervistando il responsabile nazionale, Francesco Mongiovì, che ne ha descritto le origini e le caratteristiche.
"Tutto inizia a torino nel 1986 - si legge nell'articolo apparso nel quotidiano in edicola mercoledì 6 novembre - Da un’idea di un professore di educazione fisica, Luigi Gigante: è sua, infatti, la firma sul brevetto dell’hit ball, disciplina che nasce dentro le scuole e che ancora oggi, 38 anni dopo, ha nelle scuole uno dei punti nevralgici della sua diffusione. Nel frattempo, però, quella che era nata come un’attività "curriculare" oggi è a tutti gli effetti una disciplina sportiva che, sotto l’egida dell’Uisp, coinvolge 500 tesserati (che salgono a 1000 considerando i tornei giovanili e studenteschi) principalmente in Piemonte. E il merito di questa costante crescita va riconosciuto a un gruppo di appassionati che – a partire dal primo presidente nazionale, Silvio Benati, fino al responsabile attuale Francesco Mongiovì, non ha mai smesso di diffondere, formare e soprattutto credere nelle peculiarità che rendono questa disciplina unica nel suo genere".
“Partiamo dalla base: hit ball, palla colpita. Si gioca 5vs5 indoor, per lo più in piccole palestre scolastiche (circa 10x20 metri) che ne richiamano l’origine – racconta alla giornalista Silvia Campanella Mongiovì – L’obiettivo è fare hit, ossia gol, colpendo con la mano un pallone elastico verso la porta avversaria. L'area in cui segnare è la parete di fondo avversaria: circa 10 metri x 1,2 di altezza, al di sotto di una traversa elastica. Per proteggere, le squadre possono schierare 3 difensori sulla linea di porta e due vicino alla metà campo, a compiere una sorta di muro. Le regole di questo gioco sono state concepite per renderlo dinamico e coinvolgente, per giocatori e giocatrici. Massimo 4 secondi per tirare, impossibilità di trattenere o toccare la palla due volte di seguito e poche vere e proprie interruzioni, grazie alle “bruciate”, termine utilizzato per i falli meno gravi, che comportano la restituzione della palla all’avversario senza che la palla possa essere fermata”.
E se, come sottolinea Mongiovì “uno dei pregi di questa disciplina è dovuto al fatto che bastano pochi minuti per apprendere le regole e poter prendere parte alle partite” parallelamente si è sviluppato un movimento agonistico con ben 4 serie (A1, A2, B1 e B2) per le squadre senior – dai 16 ai 60 anni – oltre ai tornei giovanili under 14 e under 17 e ai tornei esordienti, che offrono un'opportunità a chi viene in contatto con lo sport ad anno in corso, spesso grazie ai progetti scolastici sostenuti dall’assessorato allo sport della Città di Torino.
“Le asd attive sono principalmente in Piemonte: Polaris, Sinombre e Sporting team a Torino, Hit Ball Chivasso, la Polisportiva oratorio Orbassano e Fantasticlub di Asti. Fuori dalla regione troviamo l'asd La Salle di Genova e l’asd Almara di Milano – aggiunge Mongiovì - al loro interno queste associazioni possono avere più squadre, come nel caso del Piccolo club, campione in carica di A1, che gioca per Polaris, insieme ad altri 5 team nella stessa serie. Questa organizzazione è cruciale per evitare le “convocazioni”: si gioca in 5 in campo ma le rose sono da 8, garantendo minutaggio ad ogni componente anche grazie a cambi illimitati. Pertanto, l'unico modo per simulare una vera e propria sfida in allenamento è coinvolgere altre squadre di pari livello: questa condivisione costante con chi è anche avversario, oltre a garantire una crescita a livello tecnico, cementa i valori di rispetto e lealtà che stanno alla base del nostro movimento”.
Mongiovì ci tiene molto, lui e il suo direttivo, composto da Daniele Botosso, Giacomo Catellani, Davide Centin, Giacomo Garzaro, Stefano Benedetto, sono molto orgogliosi di promuovere una disciplina mista in cui “ci sono anche tante regole non scritte: il divieto di tifo contro e l’assenza di ruoli fissi rendono l’hit ball una disciplina assolutamente inclusiva ed educativa. O ancora il mantra “comanda la palla” che, con i suoi movimenti, rende impossibile l’accentramento del gioco su un’unica persona e richiede fiducia reciproca e coinvolgimento collettivo. E a proposito di fiducia da sempre, sia dirigenti che arbitri possono scendere in campo senza che questo abbia mai creato alcun tipo di diffidenza o protesta”. (Fonte Tuttosport)
Fondazione CRT e CPD - Consulta per le Persone in Difficoltà - hanno unito le forze per costruire un modello di #inclusione per il futuro realmente partecipato.
L’Agenda individua 6 Goal e 2 ambiti trasversali, ambiti ideali in cui ricondurre idealmente le criticità, gli obiettivi e le azioni possibili.
È tempo di realizzare i progetti e le azioni che nell’Agenda sono state raccolte in modo partecipato e condiviso. Un’opportunità aperta a tutti, un percorso comune per migliorare le nostre comunità in modo inclusivo innovativo e sostenibile.
Uisp Torino ha aderito all' Agenda
Aderire all’Agenda significa innanzitutto esprimere il proprio impegno civile a favore della comunità in cui si vive, si lavora, si partecipa, per tentare, mettendoci del proprio, di migliorarla per sé e per gli altri.