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Torino

UISP PIEMONTE | Il caro bollette mette in ginocchio le piscine della Granda

Articolo pubblicato su La Voce di Alba nella sezione ATTUALITÀ, l'11 gennaio 2022, 19:18

E’ indirizzato al presidente del Consiglio Mario Draghi, ai ministeri dell’Economia e Finanze, Sviluppo Economico e Politiche Giovanili, oltre che ai parlamentari del territorio, l’appello col quale, insieme ad altri 19 centri piemontesi e toscani, undici sindaci di importanti centri della provincia di Cuneo (le firme sono quelle dei primi cittadini di Cuneo, Alba, Bra, Canale, Cortemilia, Fossano, Montà, Saluzzo, Savigliano, Sommariva Perno e Roccabruna) chiedono interventi urgenti a favore delle piscine comunali.

"Servizi pubblici voluti e realizzati dalle Amministrazioni comunali", si ricorda nello scritto, e che rappresentano "un patrimonio pubblico non solo economico, ma soprattutto sociale (…), polo aggregativo dalle caratteristiche uniche, frequentati da numeri elevatissimi di utenti appartenenti a tutte le fasce di età e sociali (…), con progetti in essere con scuole, centri disabili, centri anziani, università della terza età, Suism, centri di recupero, master, scuole nuoto e diverse attività dello sport di base e agonistiche legate ad almeno cinque federazioni Sportive (FIN-FINP-FITRI- FIPSAS-FIPM) e a numerosi enti di promozione sportiva".

"La storia di questi impianti – 
prosegue l’appello – vede negli ultimi trent'anni un sostanziale passaggio da gestioni dirette del comparto pubblico, estremamente costose, a delle gestioni affidate a società sportive, i cui utili molto spesso sono stati reinvestiti negli impianti stessi e hanno contribuito alla crescita di molti atleti e alla divulgazione dello sport di base a favore di migliaia di sportivi".

"Negli anni le condizioni contrattuali sono mutate, merito soprattutto dell’aumento di utenti verso queste attività. Si è arrivati in moltissimi casi alla totale gestione degli impianti da parte del privato, manutenzioni comprese. Oggi la pandemia ha portato a una riduzione di questi numeri del 40-50%, con limitazioni in fatto di capienza impianti che fino a poco fa era del 70% e ad oggi è del 50%".

"In questi lunghi giorni di lockdown, con oltre 300 giorni di chiusura completa, i gestori delle piscine o le Amministrazioni comunali hanno pagato energia, luce, gas e acqua senza la possibilità di svolgere attività. Anche se i consumi sono stati ridotti, i costi fissi hanno inciso pesantemente e le manutenzioni e la conduzione è stata molto onerosa, per evitare un deperimento degli impianti. Oggi a tutto ciò si aggiunge il caro energia, con aumenti delle utenze elettriche e termiche a percentuali devastanti, dal 70% al 100% di rincari sul costo totale delle bollette rispetto al periodo pre pandemico".

"Le piscine sono impianti energivori per eccellenza – 
è la constatazione – e questa situazione, se non si interviene immediatamente, porterà al default la maggior parte delle strutture. Molti impianti chiuderanno e le amministrazioni si troveranno a gestire situazioni molto complicate. Oltre alla perdita di anni di lavoro, di professionalità, di servizi sociali e sportivi consolidati sul territorio ci saranno ripercussioni pesanti anche sul patrimonio impiantistico pubblico. Una piscina chiusa ha un deperimento strutturale e tecnologico velocissimo: dopo mesi di chiusura ha bisogno di interventi pesantissimi in termini di manutenzione". Una problematica che in Piemonte riguarderebbe impianti per un valore di 150 milioni di euro.

Da qui la richiesta: "I gestori o le amministrazioni comunali non hanno più la possibilità di poter sostenere autonomamente queste attività. Gli aumenti subiti relativi alle utenze di energia termica ed elettrica non sono sostenibili e minano gravemente i piani economici finanziari programmati. Occorre quindi un sostegno nella creazione di un ammortizzatore del caro bollette con un aiuto da parte delle istituzioni e la creazione di un fondo regionale a sostegno dei Comuni proprietari di impianti natatori, affinché si possano sostenere le attività senza interruzioni".

A cura della Redazione de La Voce di Alba.it (Articolo completo)

Qui di seguito riportiamo l'appello dei Sindaci

Oggetto: crisi impianti natatori, richiesta interventi costi energia.
Le piscine sono servizi pubblici voluti e realizzati dalle Amministrazioni Comunali e rappresentano un patrimonio pubblico non solo economico ma soprattutto sociale: costituiscono un polo aggregativo dalle caratteristiche uniche, sono frequentate da numeri elevatissimi di utenti appartenenti a tutte le fasce di età e sociali. Hanno progetti in essere con le scuole, con i centri disabili, i centri anziani, università della terza età, SUISM, centri di recupero, utenti del nuoto libero, master, scuola nuoto e diverse attività dello sport di base e agonistiche legate ad almeno
cinque federazioni Sportive (FIN-FINP-FITRI- FIPSAS-FIPM) ed a numerosi ENTI DI PROMOZIONE SPORTIVA.
La storia di questi impianti vede negli ultimi trent’anni un sostanziale passaggio da gestioni dirette del comparto pubblico, estremamente costose, a delle gestioni affidate a società sportive, i cui utili molto spesso sono stati reinvestiti negli impianti stessi ed hanno contribuito alla crescita di molti atleti ed alla divulgazione dello sport di base a favore di migliaia di sportivi.
Negli anni le condizioni contrattuali sono mutate, merito soprattutto dell’aumento di utenti verso queste attività. Si è arrivati in moltissimi casi alla totale gestione degli impianti da parte del privato, manutenzioni comprese.
Oggi la pandemia ha portato ad una riduzione di questi numeri del 40-50%, con limitazioni in fatto di capienza impianti fino a poco tempo fa del 70% ed ad oggi del 50%. In questi lunghi mesi di lock down (oltre 300 giorni di chiusura completa) i gestori delle piscine o le Amministrazioni Comunali hanno pagato energia (luce, gas e acqua) senza la possibilità di svolgere attività su impianti di proprietà pubblica. Anche se i consumi sono stati ridotti, i costi fissi hanno inciso pesantemente e le manutenzioni e la conduzione affinché non ci siano stati deperimenti degli impianti è stata molto onerosa.
Oggi a tutto ciò si aggiunge il caro energia, con aumenti delle utenze elettriche e termiche in percentuali devastanti dal 70 al 100% di rincari sul costo totale delle bollette rispetto al periodo pre- pandemico.
Le piscine sono impianti energivori per eccellenza e questa situazione, se non si interviene immediatamente, porterà al default per la maggior parte delle strutture. Molti impianti chiuderanno e le amministrazioni purtroppo si ritroveranno a gestire delle situazioni molto complicate. Oltre che il gravissimo danno per la perdita di anni di lavoro, di professionalità, di servizi sociali e sportivi consolidati sul territorio, ci saranno ripercussioni pesanti anche sul
patrimonio impiantistico pubblico. Una piscina chiusa ha un deperimento strutturale e tecnologico velocissimo: dopo mesi di chiusura ha bisogno di interventi pesantissimi in termini di manutenzione. Il Piemonte ha un patrimonio impiantistico natatorio di oltre 150 milioni di euro.
In questa situazione purtroppo i gestori o le Amministrazioni Comunali non hanno più la possibilità di poter sostenere autonomamente queste attività. Gli aumenti subiti relativi alle utenze di energia termica ed elettrica non sono sostenibili e minano gravemente i piani economici finanziari programmati.
Occorre un sostegno nella creazione di un ammortizzatore del caro bollette con un aiuto da parte delle istituzioni e la creazione di un fondo regionale a sostegno dei Comuni proprietari di impianti natatori affinché si possano sostenere le attività senza interruzioni.


Con la speranza che questo grido di allarme venga raccolto, porgiamo distinti saluti.


firmato digitalmente ai sensi dell’art 21 d.lgs. 82/2005

Lettera dai sindaci per impianti natatori 

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