Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata per commemorare le vittime dell'Olocausto. È stata istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005, che fu preceduta da una sessione speciale tenuta il 24 gennaio 2005 nella quale l'Assemblea celebrò il sessantesimo Anniversario della Liberazione dei campi di concentramento nazisti e la fine dell'Olocausto, in quel giorno del 1945 le truppe dell'Armata Rossa, impegnate nella offensiva Vistola-Oder in direzione della Germania, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.
OGNI ANNO abbiamo dedicato attività a questa giornata, aperto eventi leggendo racconti, testimonianze, storie, perché, come scrive PRIMO LEVI, “se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare le conoscenze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre”
Lo sport c’è e deve esserci ogni giorno, UISP combatte ogni forma di discriminazione da sempre, rappresenta anche nel suo agire quotidiano e nell’organizzazione di attività i diritti di tutte e di tutti, lotta con chi subisce soprusi, esclusioni, emarginazione. Lo sport veicola messaggi, educa, diffonde conoscenza e valori.
In questo momento di questo anno difficile le attività si sono fermate per l’alto numero di contagi, riprenderanno domenica.
Ricorderemo con voi questa commemorazione, con questo redazionale, e raccontandovi la storia portata in scena in una via di Torino dalla nostra responsabile della danza UISP Piemonte, Rosa Trolese e segnalandovi un interessante articolo pubblicato sul sito nazionale UISP dello storico SERGIO GIUNTINI.
Sport e Shoah in Italia: l'approfondimento
Lo storico dello sport propone le storie italiane di alcune vittime di questa peculiare, e non meno drammatica, Shoah
La Shoah dello sport, salvo qualche raro contributo, è stata sino ad oggi poco studiata in Italia. Un fenomeno che, con l’emanazione delle leggi razziali fasciste e la nascita della Repubblica Sociale Italiana (RSI), acquisirà anche nel nostro Paese una dimensione oltremodo violenta e aberrante.
Dire che da queste storie si possono trarre moniti per il futuro sembra troppo scontato. L’immutabilità della natura umana e la sua coazione a ripetere inducono al pessimismo. La memoria tuttavia non si può cancellare. E lo sport, che gioca molto del suo fascino sul filo della memoria, della leggenda, non può sottrarsi al dovere di ricordare anche questo. Un altro lato oscuro della Shoah, che sarebbe oltraggioso rimuovere in nome di quello sport che sempre, nella vulgata retorica, affratella, unisce, universalizza.
Leggi l'approfondimento sul sito Uisp Nazionale
Il racconto messo in scena nelle strade di TORINO da ROSA TROLESE
“Questa storia comincia su una rampa. Una di quelle rampe che ad Auschwitz portavano gli internati verso le camere a gas. Sarebbe una storia come tante, solo una storia orribile di terrore e di morte, se la protagonista di questa vicenda, con un gesto di ribellione straordinario, non avesse scelto di smettere di recitare il copione che qualcuno aveva già scritto per lei.
Franceska è una ragazza molto bella, capelli mori, sorriso splendente, fisico atletico. Ha poco più di vent’anni quando diventa una delle ballerine di danza classica più importanti della Polonia. Probabilmente avrebbe calcato i palcoscenici dei teatri più belli d’Europa, mostrando a tutti le sue leggiadre esibizioni, se non fosse cominciata la Seconda guerra mondiale.
Franceska, che sulle scene tutti chiamano Lola, Lola Horovitz, è ebrea, e quando il suo Paese viene occupato perde tutti gli ingaggi che aveva. Finisce come tanti nel ghetto di Varsavia dove si esibisce per sopravvivere. Racimola qualche soldo e prova a comprare un lasciapassare che dovrebbe servire a lasciare la Polonia. Con altre seicento persone si nasconde nel famigerato Hotel Polska, stipati lì dall’organizzazione che dovrebbe aiutarli ad espatriare e che invece li rivende alla Gestapo. Lola, come tutti, viene costretta a salire su un treno. Gli dicono che è per portarli in salvo, invece il convoglio finisce prima a Bergen Belsen e poi ad Auschwitz.
I nazisti dicono alle donne che si tratta solo di una tappa, un campo di transito.Addirittura millantano che alcune di loro saranno liberate. Per questo motivo devono lavarsi e cambiare i vestiti. E così si spogliano e si incamminano verso le docce. È in quel momento, quando transita sulla rampa, che Franceska capisce tutto. E decide di reagire. Vicino a lei c’è il sergente delle SS Josef Schillinger, il responsabile della camera a gas del blocco 1: con un gesto rapido e deciso Lola agguanta la pistola che il soldato ha nella fondina e gli spara due colpi all’addome. Poi si volta ed esplode altri colpi in direzione del caporale Emerich, ferendolo gravemente. La scintilla della ribellione divampa.
Altre donne sulla rampa attaccano le guardie con coraggio e forza inaudita. Per pochi minuti prendono possesso della rampa, ma siamo ad Auschwitz e così numerose SS accorrono armate di bombe a mano e mitra e iniziano a fare fuoco. Le ammazzano tutte, compresa Franceska.
È il 23 ottobre 1943.
Franceska aveva scelto come morire. Non da comparsa nell’orribile storia che i nazisti avevano scelto per lei, ma da protagonista di quel palcoscenico sul quale tante volte era salita da ballerina.”
Fondazione CRT e CPD - Consulta per le Persone in Difficoltà - hanno unito le forze per costruire un modello di #inclusione per il futuro realmente partecipato.
L’Agenda individua 6 Goal e 2 ambiti trasversali, ambiti ideali in cui ricondurre idealmente le criticità, gli obiettivi e le azioni possibili.
È tempo di realizzare i progetti e le azioni che nell’Agenda sono state raccolte in modo partecipato e condiviso. Un’opportunità aperta a tutti, un percorso comune per migliorare le nostre comunità in modo inclusivo innovativo e sostenibile.
Uisp Torino ha aderito all' Agenda
Aderire all’Agenda significa innanzitutto esprimere il proprio impegno civile a favore della comunità in cui si vive, si lavora, si partecipa, per tentare, mettendoci del proprio, di migliorarla per sé e per gli altri.