Il 17 maggio del 1990 l'Organizzazione Mondiale della Sanità rimuoveva l'omosessualità dalla lista delle patologie mentali nella classificazione internazionale delle malattie.
La Uisp è impegnata da tempo su questi temi contro ogni forma di discriminazione, contro l’omofobia e transfobia ancora fortemente presenti nello sport e nella nostra società. Lo ha fatto in occasione delle Olimpiadi invernali di Sochi e lo fa in altri momenti con campagne, iniziative e progetti, perché lo sport è un diritto per tutti, per tutte, per tutt*.
L’Uisp si propone di superare gli ostacoli che impediscono l’accesso allo sport, e in questa direzione promuove esperienze sportive che facciano competere atleti transessuali e transgender, da cui discende la scelta di attivare il percorso di tesseramento Alias che stiamo presentando a tutto il mondo sportivo. Inoltre, formazione, sensibilizzazione, progetti di attività sono i punti centrali per far crescere una diversa cultura sportiva più inclusiva e paritaria. La realizzazione di un decalogo per i diritti delle persone LGBTI nello sport in collaborazione con il Centro Accademico Sinapsi dell’Università Federico II di Napoli e l’Università Parthenope, per educare alle differenze e rendere le nostre attività e le nostre sedi sempre più accoglienti.
Occorre un forte impegno nel mondo sportivo per cambiare una cultura troppo discriminatoria e sessista, e per contrastare ogni forma di discriminazione e di violenza nei confronti delle persone LGBTQ. Come Uisp sappiamo quanto ancora sia necessario fare per superare certi stereotipi nella nostra società, e in particolare nel mondo sportivo. Valorizziamo gli atleti e le atlete per quello che sono, che rappresentano: sport, movimento, benessere, risultato, socializzazione, confronto, arte. L’Uisp c’è ed è impegnata a giocare la partita contro gli stereotipi e le discriminazioni.
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