Per l'Uisp l'attività motoria per i detenuti è un diritto e uno strumento di socializzazione e recupero.
L'esperienza diffusa dell'Uisp all'interno delle carceri italiane risale a circa quarant’anni fa, quando sono iniziati, in varie città, numerosi corsi e attività sportive rivolte a detenuti, con l'ingresso all'interno del carcere di tecnici ed educatori sportivi dei Comitati Uisp. Parallelamente hanno preso il via le prime manifestazioni sportive con la partecipazione di detenuti, personale penitenziario ed atleti esterni.
L'obiettivo, oltre ad offrire attività sportive all'interno dell'area trattamentale come strumento ricreativo ed educativo, come forma di socializzazione e strumento di benessere psicofisico e di relazione, è sempre stato anche quello (portando il diritto allo sport in un ambiente difficile come quello della reclusione) di mettere in comunicazione la realtà del carcere con l'esterno, favorendo le relazioni anche con il tessuto sociale cittadino.
I primi rapporti nazionali e formali tra Uisp e Direzione generale Istituti di prevenzione e pena risale al 18 settembre 1990, grazie ad una lettera ufficiale che l’allora presidente Uisp Gianmario Missaglia inviò al dott. Nicolò Amato, direttore generale. Dopo alcune sperimentazioni, nel 1990 prende il via “Vivicittà-Porte aperte”: la manifestazione nazionale dell’Uisp, la corsa podistica messaggera di pace e vivibilità in Italia e nel mondo, fa il suo esordio all’interno delle mura delle carceri. Si inizia in otto città, da allora l’esperienza non si è mai interrotta.
In tutte le carceri e negli Istituti minorili l'Uisp interviene con attività sportive e motorie più tradizionali e con attività innovative, mettendo a disposizione la molteplicità di competenze dei suoi operatori, attenti a mettere al centro dell'attività la persona più che il gesto tecnico. Le attività dei Comitati territoriali Uisp sono sottoposte a un monitoraggio qualitativo e quantitativo da parte delle Istituzioni, delle Direzioni, degli educatori e dei Prap (Provveditorati Amministrazione Penitenziaria), in modo da offrire sempre azioni corrispondenti ai bisogni e sviluppare azioni in continuità e sostenibili negli anni.
Altro elemento di qualità comune a tutti gli interventi è il coinvolgimento diretto della Polizia penitenziaria nelle attività, così come lo scambio continuo con atleti esterni, la partecipazione dei detenuti ad iniziative e manifestazioni sportive esterne e il coinvolgimento dei familiari nelle attività: lo sportpertutti in carcere è il centro dinamico di un sistema di relazioni altrimenti difficili.
Molte delle azioni vengono sviluppate dai Comitati Uisp e dal proprio corpo associativo in autonomia, altre sono all'interno di progetti nazionali (progetto "Terzo Tempo", negli Istituti penali minorili), altre ancora sono iniziative locali in relazione tra loro, nell'ambito di una programmazione nazionale diffusa (Vivicittà-Porte Aperte), in modo che tutti gli interventi rispondano ad esigenze specifiche e locali e contemporaneamente vadano a comporre un sistema coerente, un quadro nazionale.
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