Durata: 18 mesi: 29 ottobre 2009 - 28 Aprile 2011
Territorio di intervento: Il progetto ha valenza nazionale e si svolge in 9 città italiane. Fase di validazione: Torino, Modena, Roma, Sassari; Fase di sperimentazione: Taranto, Milano, Palermo, Genova e Firenze
Proponente / Coordinatore: Uisp
Partners: Comitati Territoriali Uisp delle città coinvolte.
Ente finanziatore: Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nell’ambito della legge 383/2000 – F/2008
SINTESI:
L'integrazione delle persone con disagio mentale, disabilità intellettiva, psichica, fisica e/o sensoriale è uno dei capisaldi della mission dell’Uisp, che da diversi anni interviene nell’area della salute mentale, con strumenti e metodologie differenti, di cui “Matti per il calcio” è un esempio positivo e consolidato.
Uno degli obiettivi dei progetti di promozione sociale che l’Uisp ha sviluppato negli anni è stato quello di utilizzare queste opportunità di finanziamento ministeriali come leva per l’innovazione e per la realizzazione di laboratori sul campo che permettano sperimentazioni avanzate e qualificate, riproducibili e replicabili e che quindi potessero diventare un patrimonio per tutta l’associazione. In questa chiave di lettura possiamo pensare al progetto “SPORTIVA….MENTE” sia come un’occasione per identificare e validare scientificamente un modello metodologico di intervento, già attuato da alcuni territori, nell’area del disagio mentale, sia come uno strumento per allargare la sperimentazione.
OBIETTIVI:
AZIONI E METODOLOGIA:
Sportiva...mente è un progetto innovativo a livello di sistema poiché risponde ad un’esigenza di miglioramento della struttura organizzativa offrendo al contempo metodologie e strumenti capaci di potenziare l’impatto sui beneficiari delle azioni associative.
Nella prima fase progettuale, quella di Validazione, il Comitato Scientifico, insieme alla cabina di regia ed ai coordinatori locali delle 4 realtà individuate - Torino, Modena, Roma e Sassari- ha costruito la griglia e gli indicatori di valutazione delle buone pratiche, che nello specifico hanno interessato il campo della riabilitazione psico-sociale.
Un incontro a gennaio 2010 con i responsabili locali dell’Uisp e dei CSM ha permesso di definire una comune base progettuale e procedere all’analisi delle attività sviluppate in quei contesti, per individuare le linee di omogeneità degli interventi e le specificità locali, le possibili innovazioni e le sperimentazioni da proporre nella fase di gemmazione.
Gli sport proposti sono stati prevalentemente sport di gruppo, attività a forte impatto risocializzante che permettano ai pazienti di interagire e che, attraverso le regole che li caratterizzano, rappresentano una buona “palestra di vita”.
Questa fase di validazione aveva quindi l’obiettivo di “testare” scientificamente alcuni interventi locali ritenuti di qualità, per creare una metodologia di intervento con peculiarità specifiche tra le diverse realtà, attraverso una progettazione di linee guida contenenti indicazioni per consentire a tutti i territori di implementare interventi di promozione sociale. E’ stato avviato un aggiornamento del quadro delle esperienze Uisp, per avere una mappatura che ci permettesse di analizzare i punti di forza e di debolezza del nostro lavoro nell’area del disagio mentale.
Questo data base ci ha portato ad individuare 5 punti – Palermo, in collaborazione con Enna e Ragusa, Milano, in collaborazione con Como, Taranto, in collaborazione con Brindisi e Lecce, Genova e Firenze – dove sono stati avviati i laboratori sperimentali di gemmazione delle buone pratiche per restituire un sistema “volano”, moltiplicatore di iniziative ad azioni supportate da una base scientifica. Tutta la fase della gemmazione è stata sottoposta a valutazione attraverso schede compilate dagli operatori all’inizio e alla fine delle attività e monitorata con grande attenzione dalla cabina di regia, per mantenere in rete le sperimentazioni, favorire gli scambi ed intervenire soprattutto in caso di criticità.
Alla fine di questo processo è stato possibile valutare l’efficacia del modello metodologico proposto e disegnare il quadro complessivo delle buone pratiche, che sarà raccolto e presentato in una guida progettuale.
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