Nel 2020 l’Uisp ha partecipato, con i propri formatori, al progetto Scale-Social Cohesion through Accessible Learning Environments, realizzato in Libano e proposto da We World – GVC Onlus e finanziato dall' Agenzia Italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo, sul programma HOPE - salute, protezione e istruzione per i gruppi più vulnerabili tra i rifugiati e le comunità ospitanti in Libano.
Il progetto era finalizzato a promuovere l’accesso ai servizi educativi e all’inclusione sociale di bambini siriani e libanesi vulnerabili e con disabilità, garantendo strutture scolastiche accessibili ed inclusive e ambienti protetti, creati mediante azioni ludico/ricreative che coinvolgano le comunità nelle aree meta.
Il progetto si è chiuso in anticipo a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19 ed, a compimento del percorso formativo interrotto, è stato prodotto un handbook, che sarà scaricabile anche dalla pagina di progetto sul sito Uisp. I formatori Uisp che hanno condotto il progetto sono Loredana Barra, Uisp Sassari e Vincenzo Spadaro, Uisp Iblei. Nell’ambito delle azioni del progetto, Barra e Spadarosono stati in Libano per la formazione di insegnanti, genitori e operatori sociali di due territori: Tall Bire e Bebnine, nel Governatorato di Akkar, e Nabi Osmane, nel Governatorato di Baalbek-Hermel (leggi l’approfondimento realizzato a marzo dell’anno scorso)
“Il nostro percorso con il progetto Scale si è concluso un po’ amaramente, con il lockdown iniziato a marzo 2020, quando eravamo solo al primo step di formazione dei tre previsti - racconta Loredana Barra - studiati per avere un’incidenza reale nelle due zone in cui abbiamo operato. Insieme a We World – GVC Onlus abbiamo pensato che il progetto non poteva concludersi così e abbiamo tentato di sostituire la formazione mancante con un manuale che servisse alle insegnanti e agli operatori delle ong che lavorano con i bambini per autoformarsi, partendo dall’importante esperienza fatta insieme in presenza”.
Il manuale è stato realizzato dai due formatori Uisp insieme ai responsabili del progetto di Gvc che hanno curato la presentazione del progetto e del contesto. “Io sono un’insegnante e seguo progetti di cooperazione da 10 anni - spiega Barra - ma questa esperienza ci ha necessariamente portato ad aggiornare alcuni modelli, perchè ad esempio l’approccio al proprio corpo e alla relazione con gli altri in Libano è molto diverso dal nostro. Con Vincenzo ci siamo incastrati bene anche partendo da due modalità pedagogiche diverse: in particolare io ho lavorato sugli aspetti legati alla disabilità. Il manuale propone un approccio basato sull'educazione attiva, con tanti giochi da sperimentare: infatti, partiamo dall’assunto che nel gioco e nell’attività motoria accadono molte cose a livello di apprendimento. Giocando si attivano tante competenze logiche, di relazione, di problem solving, e questa è una metodologia ancora innovativa, in particolare in territori dove gli insegnanti sono molto legati ai risultati disciplinari, ma l’obiettivo del progetto era proprio l’integrazione dei bambini con disabilità fisica nelle scuole pubbliche, per promuovere una didattica inclusiva. In un incontro con rappresentanti del ministero della pubblica istruzione libanese abbiamo rilevato un grande bisogno di interlocutori validi e ricevuto molti apprezzamenti: sono pronti a cambiare per diventare più inclusivi rispetto alla disabilità. Quindi il nostro manuale può diventare una guida e suggerire un percorso da seguire per accelerare l’evoluzione della scuola pubblica, ma può servire anche alla nostra scuola e ai nostri operatori, per far diventare l’inclusione parte integrante anche della nostra proposta di attività”.
Vincenzo Spadaro, educatore e pedagogista, si è occupato principalmente della parte teorica del manuale: “Abbiamo pensato che la cosa migliore fosse legare gli intenti condivisi del progetto a basi teoriche fondamentali. Parlare di inclusione prevede di attingere a un patrimonio di esperienze e teorie, che fanno riferimento a capisaldi pedagogici condivisi da me e Loredana, che ci hanno permesso di dare vita ad un percorso interessante e valido. Il nostro obiettivo è stato mettere insieme i nostri valori comuni nella pedagogia, per poterli condividere con insegnanti e operatori libanesi. In presenza abbiamo dato più spazio alla parte pratica perchè ci rivolgevamo anche a genitori per cui sarebbe stato più difficile comprendere solo la teoria, quindi abbiamo fornito stimoli e idee per attività innovative. Proprio dall’esperienza della formazione in Libano, con le tante richieste di fornire appunti e riferimenti che potessero servire per proseguire il lavoro autonomamente, ci è venuta l’idea di raccogliere tutto in un manuale cartaceo. Dopo le chiusure a causa della pandemia abbiamo anche avuto l'occasione di fare consulenza da remoto con gli operatori di Gvc libanesi, per costruire insieme delle schede di gioco da utilizzare nelle diverse municipalità”. (Elena Fiorani)
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