Progetti

Diritti in campo: sport per una società multiculturale

Il progetto interviene in otto città italiane in cui il fenomeno migratorio è fortemente presente. Interviene M. Aghilar

Ha preso il via a settembre 2011 "Diritti in campo: Sportpertutti per una società interculturale", il progetto Uisp finanziato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, nell'ambito della Legge 383 di promozione sociale. "Diritti in campo" interviene in otto città dove il fenomeno migratorio è fortemente presente: Firenze, Palermo, Torino, Genova, Milano, Bologna, Napoli e Roma. L'obiettivo è quello di favorire l'accesso alla pratica sportiva dei cittadini migranti riducendo al contempo l'impatto delle barriere economiche, linguistiche, culturali o religiose che ne ostacolano la partecipazione.

A Torino il progetto prevede la formazione di operatori e insegnanti che opereranno in strada e nelle scuole; l'aggancio di giovani sia italiani che stranieri di seconda generazione da coinvolgere nel progetto in strada; laboratori didattici rivolti a gruppi classe centrati sull'attività di pallamano; l'organizzazione e promozione di tornei sportivi di pallamano, calcio, pallavolo, basket e altri giochi di squadra in cui praticare l'autogestione del gioco e buone pratiche di terzo tempo. Il referente torinese del progetto è Massimo Aghilar, a lui abbiamo chiesto di tracciare un bilancio delle attività. "Il nostro intervento insiste per un verso sulle scuole, con la proposta di laboratori in scuole superiori di Torino, e per altro verso in strada. In questo secondo ambito, per via delle cattive condizioni metereologiche, non abbiamo ancora lavorato molto, ma stiamo riprendendo la frequentazione dei luoghi scelti. Lavoriamo prevalentemente nei quartieri San Paolo e del Parco Dora, nella zona dello strippaggio. Il parco nasce dalla riqualificazione di uno stabilimento in cui si svolgevano attività di fonderia, chiamate strippaggio. Questa fabbrica dismessa e sventrata è diventata un parco pubblico, in cui noi incontriamo i ragazzi e proponiamo loro attività sportive. Ora, con le belle giornate, stiamo ricominciando ad incontrare gruppi più numerosi che in questa zona particolare e ancora piena di residui industriali, hanno modo di praticare attività come lo skate, bmx, parkour, che prevedono manovre che ben si adattano alla morfologia del luogo. Queste attività si aggiungono ai classici giochi di squadra, pallavolo, calcetto, pallacanestro. Con i ragazzi stiamo lavorando ad un progetto per segnalare come "parkourabili" alcuni luoghi del parco, allo stesso modo dei percorsi ginnici nei parchi. I ragazzi realizzeranno la grafica e le diciture per le targhe che identificheranno i posti in cui praticare il parkour. Contemporaneamente, stanno anche lavorando ad un decalogo per praticare l'attività in sicurezza e nel rispetto degli altri visitatori. Invece, nelle tre scuole dove lavoriamo, che sono Regina Margherita, Spinelli e Giulio, il progetto sta volgendo al termine: abbiamo selezionato tre scuole la cui utenza è prevalentemente femminile e straniera. Abbiamo scelto di lavorare con loro proprio perché la maggior parte degli interventi che si fanno in strada finisce per coinvolgere quasi solo ragazzi, mentre nelle scuole riusciamo a raggiungere più donne. Nelle scuole lavoriamo con la palla a mano, uno sport di squadra insolito e poco diffuso, che abbiamo preferito al calcio perchè connotato al maschile dal punto di vista di genere. La partecipazione degli studenti subisce i limiti di un attività proposta in contesto scolastico, per cui a volte può essere vissuta come un'imposizione, ma tutti hanno lavorato e condiviso il nostro percorso". (di Elena Fiorani)

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