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Il lungo percorso dell’Uisp sui diritti di genere sulla rivista portoghese W

La rivista portoghese “W”, specializzata in calcio femminile ed edita dal Sindacato dei Giocatori (SJPF), ha dedicato il primo numero dell’”era Covid” al progetto Spin Women, di cui il Sindicato è partner accanto all'Uisp e altre cinque realtà europee, e lo ha fatto attraverso le voci di alcune delle protagoniste. Per sfogliare la rivista in formato digitale clicca qui

Tra le testimonianze raccolte troviamo l’intervista a Manuela Claysset, responsabile Uisp per le Politiche di genere e diritti, che ha raccontato il lungo percorso svolto dall’Uisp verso l’affermazione della parità di genere all’interno del mondo sportivo. A partire dal 1985, quando l’allora Coordinamento Donne Uisp “dopo un lungo lavoro di studio e di consultazione di regolamenti e statuti, e grazie ad un’importante azione di rete, elaborò la Carta per i Diritti delle Donne nello Sport […] che nel 1987 venne recepita dal Parlamento Europeo, che invitò gli stati membri ad aggiornare gli approcci e i percorsi da seguire in tema di sport femminile”.

Recentemente Claysset è anche intervenuta su Radio Fujiko in merito all'esclusione di Aurora Leone, dei The Jackal, dalla nazionale cantanti, perchè donna. "Siamo state tra le associazioni che si sono spese per il riconoscimento di tutte le discipline, come il rugby o il pugilato – ha detto Claysset ai microfoni della radio bolognese - Ora sono riconosciute anche per le donne, mentre non era così fino a qualche tempo fa". L’impegno dell’associazione è quotidiano e si basa su sensibilizzazione e formazione a livello di cultura sportiva, ma si traduce anche in alleanze ed azioni concrete.

Negli anni l’opera dell’Uisp in questo senso non si è fermata, anzi si è allargata fino ad abbracciare tutte le persone che in  qualche modo rischiano di vedersi negato un pieno accesso alla pratica sportiva, che sia per motivi culturali, economici o legali. In questo quadro, grazie alla contaminazione tra progetti e azioni politiche, si è arrivati alla rielaborazione in chiave ancora più internazionale e multiculturale della Carta, attraverso il progetto Olympia (2010) e alla sua trasposizione in fumetti, grazie alla matita della fumettista Franziska e al progetto Enwosp, al manifesto “Donne, media e sport”, realizzato con l’associazione Giulia, al tesseramento Alias, che permette alle persone in transizione di praticare sport con il proprio genere di elezione e a tante altre iniziative e progetti che si sono susseguiti negli anni.

Il progetto Spin Women, dedicato all’inclusione delle donne migranti e rifugiate nell’attività sportiva, si avvia a conclusione lasciando in eredità diversi prodotti da utilizzare all’interno delle attività Uisp, tra cui sette video animati che, seguendo le indicazioni di un’accurata ricerca nei 7 paesi partner, raccontano 7 storie di donne e del loro rapporto con lo sport. Il 31 maggio e il 1 giugno si terrà in modalità mista (presenza e online) l’evento finale, che sarà anche l’occasione di presentare al pubblico la mostra itinerante “Invisible”, ritratti di donne e di sport, a cui l’Uisp ha partecipato intervistando tre atlete: le maratonete e mezzofondiste Nadia Ejjafini e Fatna Maraoui e la pallavolista Carmen Pimentel. (Layla Mousa)

 

 

 

 

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