“La mia presenza al corso era legata ad un ruolo di facilitatrice per il gruppo di operatori – spiega Elena Debetto - È emersa da parte di tutti gli operatori presenti una certa difficoltà nel coinvolgere i genitori nelle attività, così insieme abbiamo provato a pensare a nuove strategie per avvicinare e interessare maggiormente le famiglie. È risultata evidente la necessità di spostare alcune azioni in orario extrascolastico: gli operatori hanno immaginato attività e soluzioni che, pur restando nell'ambito della scuola come edificio, potessero svolgersi durante il pomeriggio e nel fine settimana o durante il periodo estivo. Sono state anche proposte attività che creino una rete con le associazioni sportive più vicine agli istituti scolastici affinchè vengano a crearsi percorsi di continuità tra la scuola e l'extrascuola. Queste possibili soluzioni andrebbero anche incontro ai problemi che sono emersi con la riduzione di orario di molte scuole a causa dei tagli economici dovuti alla crisi”.
“Il quadro emerso dal confronto degli operatori – afferma Fabrizio De Meo - rappresenta una campagna stabile e radicata, con un nucleo forte di contenuti e di modalità operative, ma con lievi difformità rispetto ad alcuni elementi come l’orientamento all’attività nell’extrascuola o in ambiente, o ancora interculturali. Tutti i partecipanti convergono nel ritenere queste differenze locali di approccio una risorsa, una pluralità di competenze che possono e devono diventare patrimonio di tutta l’Uisp, a patto che ci sia una forte regia centrale. In generale, si ritiene di dover investire ancora sulla formazione degli operatori, sviluppando formazione a livello regionale o interregionale. In termini di contenuti e orientamenti per il futuro si ritiene di investire sistematicamente su spazio pubblico ed extrascuola”.
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