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"Il CalciaStorie" a scuola per l'integrazione nello sport

"Il calcio è uno sport che accomuna tutto il mondo e ci dà la possibilità di dimostrare che noi giocatori siamo portatori di pace tra i popoli. In questi anni il nostro sport è cambiato tantissimo perché, con l'apertura delle frontiere, abbiamo conosciuto ragazzi da tutti i continenti. Quest'anno alla Fiorentina è arrivato un nuovo compagno dall'Australia". Con queste parole Manuel Pasqual, difensore e capitano della squadra viola, si è rivolto ai 200 studenti dell'Istituto “Gobetti – Volta”, a Firenze, durante la quinta tappa del progetto "Il CalciaStorie: storie di integrazione dal profondo del calcio", promosso da Lega Serie A, Uisp, Associazione Italiana Calciatori (AIC), SKY, Telecom e Panini, con il patrocinio del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Insieme al capitano della Fiorentina, presente all'incontro anche il bomber Babacar.

I ragazzi delle classi II A Liceo Linguistico e I F Liceo Sportivo hanno incalzato i due calciatori con domande legate al razzismo, integrazione e tolleranza nel calcio. "Quando sono in campo sento solo il rumore del pallone perché amo quello che faccio. Un episodio razzista non può influenzarmi durante una partita", ha dichiarato Babacar.
"La gente paga il biglietto per divertirsi e se vengo criticato per il mio operato va bene. Ma non va bene quando si oltrepassano i limiti con offese o, come è successo anni fa, con un lancio di banane - ha aggiunto Pasqual - Dobbiamo essere responsabili noi calciatori, e chi lavora intorno al sistema calcio, a non alimentare queste situazioni. All'estero dopo i 90 minuti finisce tutto. Basti pensare all'Inghilterra dove è stato contrastato efficacemente il fenomeno della violenza degli hooligans".

In rappresentanza della Lega Serie A erano presenti Marco Brunelli, direttore generale, Fabio Santoro, direttore marketing e diritti audiovisivi, e Roberto Stecca dell’ufficio marketing. "Se devo pensare ad un mondo aperto e multiculturale - ha dichiarato Marco Brunelli - mi vengono in mente lo sport e il calcio. In Serie A TIM giocano calciatori provenienti da 50 stati, le loro partite vengono trasmesse in 200 paesi del mondo e la nostra pagina Facebook ha raggiunto quasi 3 milioni di followers da oltre 140 nazioni. Il linguaggio del calcio è universale e da noi la diversità è di casa: lingua, cultura, religione, colore della pelle. La maggior parte delle persone considera questa diversità una ricchezza. Esiste solo una piccola parte, ignorante, che considera questa diversità un limite. Noi stiamo cercando, con questo e altri progetti, di raccontare alcune storie legate al mondo del calcio per trasmettere i valori più puri che questo sport può veicolare, quali l’integrazione e la tolleranza, per combattere ogni forma di discriminazione”.

Uno spunto prezioso per i ragazzi coinvolti nel progetto "Il CalciaStorie" sarà dato dal libro “Dallo Scudetto ad Auschwitz”, scritto da Matteo Marani, direttore del Guerin Sportivo. Il testo racconta la vicenda sportiva e umana di Árpád Weisz, allenatore ungherese di origini ebraiche, vincitore di due scudetti con il Bologna, morto nel campo di concentramento nel 1944. "Questa è la più grande storia di calcio legata alla Shoah. E' incredibile che in 70 anni nessuno se ne sia mai occupato. Un allenatore che ha vinto tantissimo è stato improvvisamente dimenticato. Era giusto riportare alla luce questa storia, - ha dichiarato Marani che poi si è rivolto agli studenti - Non pensate che l'olocausto sia una cosa lontana, perché non è così. Se vedete una discriminazione non siate indifferenti e non giratevi dall'altra parte".

All’iniziativa, moderata dal giornalista Riccardo Benvenuti, sono intervenuti anche Francesco Casini, sindaco di Bagno a Ripoli, Alessandro Dei, professore delle classi coinvolte nel progetto, Daniela Conti e Annalisa Saviozzi, rispettivamente responsabili del progetto per Uisp nazionale e Uisp Firenze. "I ragazzi delle classi saranno coinvolti in un ciclo di quattro incontri durante i quali si parlerà di razzismo in ambito sportivo e non solo - ha dichiarato Saviozzi che aggiunge - Si cercherà di capire come le nuove generazioni percepiscono questo fenomeno e se ne esistono nuove forme soprattutto legate ai social media. Successivamente ci concentreremo su Egisto Pandolfini, ex calciatore e allenatore, la cui figura è legata al Mondiale del Brasile 1950 in cui calcio e immigrazione si intrecciano sul viaggio in nave alla volta dell'America. Infine, i ragazzi sceglieranno una storia da sviluppare su calcio e territorio". Daniela Conti ha quindi invitato i ragazzi a "guardarsi intorno e ad essere curiosi, perché ci sono molte storie poco note che meritano di essere raccontare".

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