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"In Italia meno bambini in sovrappeso. Bene il lavoro Uisp"

"Non bisogna abbassare la guardia, ma c'è maggiore consapevolezza". L'intervista a Fabio Lucidi, psicologo dello sport

 

I più recenti dati dell’osservatorio Okkio alla salute, promosso dal ministero della Salute e dal Ccm (Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie), evidenziano una leggera diminuzione dei bambini sovrappeso o obesi. Tra il 2008 e il 2012, nella fascia di età 8-9 anni, i bambini in sovrappeso sono diminuiti del’1,1% (il 23,2% del campione di oltre 46.000 bambini) mentre una diminuzione del’1,8% ha interessato (in totale sono il 10,2%). C’è da dire, comunque che l’Italia rimane ai primi posti in Europa per il numero di bambini in eccesso di peso: il 32,3% dei bambini della terza elementare su scala nazionale, con picchi negativi nelle regioni del centro-sud (record per la Basilicata con oltre il 40%)

"Sono dati che dimostrano una maggiore consapevolezza del problema, al quale, operazioni come quelle condotte dall’Uisp, prima con Diamoci una Mossa e in seguito con Pronti, partenza, via! danno sicuramente un contributo", ci dice Fabio Lucidi, psicologo dello sport, professore alla facoltà di psicologia dell’Università La Sapienza, che in anni recenti ha collaborato con l'Uisp su diverse campagne per la promozione di sani stili di vita tra i bambini.

"Il quadro complessivo è di sostanziale stabilità, con forti elementi di preoccupazione – spiega – Tuttavia, non possiamo non soffermarci su questo dato positivo, non credo figlio di un puro caso campionario, ma ascrivibile ad una tendenziale presa di coscienza all’interno delle famiglie italiane e dei contesti educativi".
"E’ evidente che sia stato fatto uno sforzo, ancorché parziale, di porre in atto delle strategie di intervento, e qualche risultato comincia ad arrivare. Le variazioni più significative riguardano il miglioramento dei dati sull’attività motoria, con un numero maggiore di bambini che si dedicano ad attività sportive, la diminuzione del tempo dedicato alle attività di natura sedentaria come i videogiochi o così come il minor numero di bambini che hanno la tv in camera".

Insomma, non è il caso di abbassare la guardia, ma una piccola, positiva, controtendenza c'è. Per “aggredire” il problema della diffusione di un sano stile di vita tra i bambini, Lucidi ne è convinto, bisogna abbracciare un’ottica di sistema, di coordinamento, di collaborazione tra famiglie, associazioni, istituzioni e agenzie educative: “I dati evidenziano che non esiste un singolo comportamento disfunzionale, ma una serie di comportamenti che interessano sistemi multipli: la famiglia e le abitudini personali, il contesto scolastico e i processi educativi, il contesto urbano e la mobilità… Tutti questi sistemi possono evolvere nella direzione di un miglioramento, ma devono muoversi in maniera congiunta. Le azioni più efficaci sono quelle coordinate con il coinvolgimento dei diversi attori interessati. Le iniziative promosse dall’Uisp, in collaborazione con la scuola, le famiglie e gli interlocutori amministrativi vanno sicuramente nell’ottica di aumentare questa sinergia”. (di Francesco Sellari)

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