Lunedì 6 settembre si è svolto il seminario internazionale previsto come tappa del progetto europeo Inspires, che utilizza lo sport per l'accoglienza dei rifugiati in Europa. Capofila del progetto, di cui l'Uisp è partner, è la rete FARE-Football against racism in Europe. L'incontro, che si è tenuto on line, ha visto la partecipazione di esperti di sport sociale dei diversi paesi coinvolti nel progetto che si sono confrontati sulle sfide che pone l'accoglienza dei rifugiati ed in particolare sull'inclusione delle donne e le ragazze rifugiate attraverso lo sport nella società europea.
Al seminario hanno partecipato, oltre ai rappresentanti dei partners del progetto, anche ONG, allenatori e volontari che lavorano in questo ambito e che intendono impegnarsi in particolare nel coinvolgimento delle rifugiate. Dopo l'apertura con le osservazioni di Pier Marcello della Commissione Europea, l'evento si è suddiviso in gruppi di lavoro su tre filoni di approfondimento: finanziamenti e reti per organizzazioni e allenatori che lavorano con i rifugiati; prospettive sull'utilizzo dello sport per l'inclusione delle donne rifugiate; attività sportive per le donne rifugiate durante e post Covid-19.
Le sessioni hanno sottolineato trasversalmente le difficoltà legate al periodo della pandemia e alla necessità di dedicare un'attenzione speciale alle sue conseguenze, anche sul fronte delle attività tradizionalmente svolte dalle associazioni sportive per l'inclusione delle ragazze rifugiate. Si è trattato di un appuntamento molto sentito dai partecipanti nella speranza di poter riprendere le attività "normali" al più presto possibile.
L'occasione ha permesso di scambiare esperienze e imparare gli uni dagli altri anche grazie alla collaborazione di esperti e attivisti del settore che hanno preso parte ai lavori, sia nella plenaria che nelle sessioni per gruppi. All'iniziativa ha partecipato anche Khalida Popal, ex capitano della nazionale femminile afghana rifugiata in Danimarca e fondatrice della ONG Girl Power. La sua testimonianza ha naturalmente richiamato grande interesse visto quanto sta accadendo a Kabul e nel resto del suo paese di origine. Khalida ha spiegato le conseguenze del controllo dei talebani sulle donne e sulle ragazze che praticavano sport in Afghanistan (leggi l'intervista a Khalida, realizzata dall'Uisp). Nel descrivere l'impatto di divieti e limitazioni della libertà delle donne in generale si è soffermata su come in queste ore si sta verificando un salto nel passato che non prevede la possibilità per le donne di praticare sport. Come riportato dai media, il nuovo governo del paese ritiene che le donne non debbano fare sport perché questo espone i loro corpi. Khalida ha poi raccontato come nella sua esperienza all'arrivo in Danimarca e la vita in un centro di accoglienza senza poter fare niente, così come per molte altre donne, l'abbia portata alla depressione. Lo sport, e il calcio in particolare, l'hanno riportata al movimento e al gioco e così a riprendere in mano la sua vita.
Anche Johanna Small, allenatrice di calcio e attivista al Discover Football, ha contribuito a rendere il seminario ricco di spunti utili per ritessere le fila dell'impegno che vede molte realtà in Europa e soprattutto quelle di base di sport per tutti, attive e desiderose di riprendere al più presto le attività nei campi all'aperto e nelle altre strutture. Il seminario ha rappresentato perciò un importante momento di rilancio del lavoro del progetto nella speranza di uscire dallo stato di emergenza e superare le restrizioni che hanno ricadute sulla vita di tutti.
Il progetto INSPIRES è finanziato dal programma EU Erasmus +, partecipano in qualità di partner le seguenti realtà europee: rete Fare, GEA Coop Sociale (Italia), ChoG (Germania), Οργάνωση Γη-Organization Earth (Grecia), MonaLiiku (Finlandia) e Uisp Nazionale (Italia). (Raffaella Chiodo Karpinsky)
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