Progetti

La rivista Bolina presenta il progetto Uisp “Capitan Uncino”

La nuova edizione del progetto nazionale Uisp lanciata da un articolo sul mensile che si rivolge agli appassionati della vela

 

Il progetto "Capitan Uncino: in mare aperto per tutte le abilità", promosso dall’Uisp, sta per prendere il largo e se ne è parlato anche su Bolina, il mensile degli amanti del mare e della vela. (LEGGI L'ARTICOLO) L'iniziativa prevede l’attivazione di sei laboratori sportivi (Lago D’Iseo, Venezia, Civitavecchia, Fano, Salerno e Porto Cesareo/Gallipoli) per 180 giovani con e senza disabilità fra i 13 e i 20 anni, con l'obiettivo di lavorare insieme alla coprogettazione, costruzione e utilizzo di sei barche a vela disegnate per equipaggio misto. L’intervento riprende l’esperienza del 2012, che portò al varo di nove barche a vela costruite da ragazzi e ragazze, alcuni con disabilità, realizzate in sette diverse città, dalla Lombardia alla Sicilia.

 “Scusa?” è la mia risposta all’affermazione di Francesco, responsabile nazionale di Uisp Vela (siamo nel 2012) - scrive Maurizio Giorgi su Bolina - I ragguagli: si tratta di un  progetto di costruzione di barche a vela (Derive) a cui parteciperanno ragazzi divisi in otto diversi gruppi di lavoro, reclutati in tutta Italia all’interno di scuole e strutture di assistenza, coadiuvati e supervisionati da insegnanti, operatori nonché da esperti nella costruzione, dilettanti e non. Obiettivo: inclusione. In ogni gruppo ci  saranno ragazzi con e senza disabilità. Mia risposta: “Gajardo! Ma… come funziona tutto st’arsenale?”. “Semplice, con le regole della filibusta! Per questo il progetto si chiama come il più celebre dei pirati”.  

“Però, mica male, penso io… Dopo qualche settimana cominciano gli incontri sul tema presso i vari comitati locali interessati, ed io, come responsabile della Uisp Vela per il Lazio vengo invitato presso il Comitato di Civitavecchia. Lì prendo contatto con i vari partecipanti locali: educatori, operatori, volontari e in particolare con Giorgio, Mastro d’Ascia e Presidente dell’associazione La Bilancella, all’interno della quale lui stesso cerca di insegnare ai giovani il suo mestiere, oggi peraltro a rischio di estinzione. Passano i mesi, i ragazzi eleggono capitani, nostromi, quartiermastri, carpentieri  ecc. dopodiché disegnano, tagliano, inchiodano, incollano, resinano, dipingono, cuciono, finché un bel giorno…  in una fine di settimana di maggio 2013, da vari angoli d’Italia tutte le barche vengono caricate e portate a Santa Marinella. Grazie alle associazioni locali partecipanti al progetto, le nove barche realizzate dai vari gruppi scendono in acqua in una kermesse di vele e scafi variopinti: in pratica  non ce n’è una uguale all’altra, gli armi sono tutti diversi e fantasiosi, ma che importa? Sono due giorni di allegria condivisa da tutti, di tutte le età e condizioni, con l’aggiunta di rappresentazioni nel teatro locale da parte dei ragazzi dei gruppi di lavoro sul tema della filibusta. Io mi guardo le barche, al di là delle decorazioni fantasiose devo ammettere che in acqua non sembrano così sgraziate, riesco quindi a provarne una insieme a due ragazzi; beh, devo dire che è abbastanza stabile, ed in tre, per una deriva che non supera i 4 metri, gli spazi sono discreti… sì, comincia a piacermi... “.

“Insomma, questa edizione del progetto si è chiusa con grande successo di pubblico e critica, non resta che provare a replicarla negli anni successivi, ma… ma gli spazi non si trovano, la politica latita, gli sponsor manco a dirlo… Insomma,  la nave di Capitan Uncino va in disarmo con tutta la sua ciurma. Finché… “Fra poco si ri-parte con Capitan Uncino!”. “Ci ri-siamo?” è la mia risposta a Silvia, dell’Ufficio Progetti Uisp, (siamo nel 2019)... “Sì, la Fondazione Vodafone, visto il carattere socialmente inclusivo e pedagogico del progetto  ha deciso di darci una mano, così grazie a loro possiamo ripartire con una nuova edizione. Modalità simili ma con un nuovo disegno di barca. “Gajardissimo! Evvai!” Di sicuro mi aspettano nuovi incontri, nuove visite a Civitavecchia e un nuovo varo, insomma altri impegni, ma a me va bene così…". (A cura di Elena Fiorani)

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