Progetti

Le buone pratiche Uisp per il futuro delle carceri

Il 28 ottobre a Bologna verranno presentati i risultati del progetto SPFF-Sport in Prison, a plan for the future. Parlano D. Conti, L. Barra e C. de Concini

 

Venerdì 28 ottobre, a Bologna a partire dalle 9, l'Uisp presenterà i risultati di SPFF-Sport in Prison, a plan for the future (Sport in carcere, un piano per il futuro), un progetto che mira a sviluppare buone pratiche, utilizzando lo sport in carcere come ponte di collegamento con altri settori della società. Cominciata a gennaio 2020 e ormai prossima al termine, quest’iniziativa è finanziata dal programma europeo Erasmus Plus e coordinata dall’associazione De Rode Antraciet (Belgio), coinvolgendo Italia, Belgio, Bulgaria, Croazia e Olanda.

Il progetto SPFF si avvale di studi scientifici precedenti, che hanno dimostrato i benefici dei programmi sportivi  all’interno del carcere, tanto per le persone detenute quanto per l’istituzione stessa e per la società. "Bisogna rivendicare il diritto delle persone detenute a fare sport, non solo in virtù dei benefici per la salute, ma anche per il valore rieducativo e di recupero sociale dello sport, che è ormai riconosciuto anche in Italia", spiega Loredana Barra, responsabile Uisp Politiche Educative e Inclusione. "La pandemia ha fermato molte attività, ma ora siamo in ripartenza ed abbiamo collaborazioni stabili con circa 27 istituti penitenziari. Nell’educazione si parla di un'attività di 'alleanza per uscire dall’errore', che credo rifletta bene il valore dei progetti che l'Uisp attiva nelle carceri, ormai da molti anni". 

D’altro canto, è stata altresì provata la mancanza di una vera connessione tra il dentro e il fuori degli istituti penitenziari. Pertanto, nel corso di questo progetto è stato sviluppato un kit di strumenti per la promozione di un buon programma sportivo e del relativo collegamento con il territorio esterno, facilitando la collaborazione tra carceri, detenuti, personale dell’amministrazione penitenziaria, volontari, organismi sportivi e reti sociali, associazioni sportive ed enti del terzo settore."Si tratta di una guida metodologica, per le persone che desiderano iniziare o già lavorano in carcere, per usare lo sport come ponte fra il dentro e il fuori dell’isituto, aiutandole sia a coinvolgere le associazioni esterne, sia a seguire gli individui. La guida illustra come coinvolgere i partner, come fare analisi dei bisogni e presenta le attività svolte nei vari Paesi", dice Camilla de Concini, coordinatrice italiana del progetto.

La conferenza del 28 ottobre sarà dunque un’occasione di confronto e contaminazione dei saperi fra le istituzioni che si occupano di detenzione e recupero sociale delle persone recluse, grazie alla condivisione dei risultati del progetto e degli strumenti elaborati nel corso del suo svolgimento. I comitati territoriali Uisp coinvolti, Bologna e Firenze, hanno infatti potuto avvalersi della collaborazione con diverse realtà locali. Il comitato Uisp Firenze ha lavorato assieme alla Società della Salute, alla Rete Sanitaria territoriale-Soc Direzione degli Stabilimenti Penitenziari e prevenzione Rischio Suicidario e alle Case Circondariali NCP Sollicciano e CC Gozzini. Per quanto riguarda il comitato territoriale Uisp Bologna, le attività sono state supportate da dell’USSM – Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni, dai servizi sociali dei Quartieri, dal SEST- Servizi Educativo Scolastici Territoriale, dal Centro giustizia minorile, IPM Pietro Siciliani di Bologna tramite la Asd Sempre Avanti e da otto cooperative sociali che gestiscono varie comunità dislocate sul territorio. 

"E' stato molto importante potersi avvalere dell’esperienza dei diversi enti che hanno collaborato al progetto - aggiunge Daniela Conti, responsabile Uisp Politiche per l’Interculturalità e la Cooperazione - A Bologna, il lavoro si è concentrato soprattutto sui minorenni, che hanno fatto un percorso sportivo, frequentando un corso di thai boxe all’interno di un’asd affiliata Uisp: un lavoro  che ha messo al centro il rapporto fra pari, perchè al corso partecipavano ragazzi iscritti all'asd insieme ai giovani coinvolti nel progetto. A Firenze, invece, abbiamo portato all’interno del carcere la metodologia AFA-Attività Fisica Adattata per includere nell'attività sportiva una fascia di popolazione carceraria spesso dimenticata: persone anziane, sendentarie, che magari hanno alle spalle un passato di abuso di sostanze. Questo ha anche permesso di incidere nella riduzione dell'uso di psicofarmaci".

L'incontro si terrà nella sala Tassinari di Palazzo d’Accursio e i lavori, coordinati da Loredana Barra, saranno aperti alle 9.30 da Roberta Li Calzi, assessora allo Sport e al Bilancio Comune di Bologna. A seguire, la presentazione del progetto, a cura di Daniela Conti e l’intervento di Elia De Caro, dell'associazione Antigone. Dopodichè, i comitati territoriali presenteranno le loro attività: interverranno Emilio Lastrucci, Uisp Firenze, e Eros Cruccolini, Garante dei detenuti di Firenze, e Cristina Angioni, Uisp Bologna, assieme al Garante dei detenuti di Bologna, Antonio Iannello e al direttore IPM Bologna, Alfonso Paggiarino. Camilla de Concini illustrerà poi gli strumenti di cui nel concreto si avvale SPFF e, dopo uno spazio per gli interventi, Tiziano Pesce, presidente Nazionale Uisp, concluderà la giornata di lavori. (Lorenzo Boffa)

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