Progetti

Lgbt+: imparare ad accogliere tutte le identità di genere

L'approfondimento sulle tematiche Lgbt+, a cura di Claudio Cappotto, psicologo e psicoterapeuta, nell'ambito del progetto Uisp "Differenze"

 

Il progetto Uisp "Differenze - Laboratori sperimentali di educazione di genere nelle scuole medie superiori per contrastare la violenza sulle donne" coinvolge 700 giovani delle scuole superiori, in 14 città d'Italia, protagonisti di un percorso di formazione, crescita, socializzazione. Il progetto è ormai entrato nel vivo con i percorsi formativi e informativi e con i laboratori sportivi e corporei inseriti nel Piano triennale dell’offerta formativa delle scuole. Gli studenti e le studentesse degli istituti coinvolti hanno modo, attraverso le attività previste dal progetto, di interrogarsi su tematiche come la violenza di genere, i diritti di tutti e tutte, la parità di genere e di mettersi concretamente in gioco attraverso attività di role playing e sportive.

In questo loro percorso saranno supportati anche dai materiali didattici predisposti dai componenti del Comitato scientifico del progetto: Ilenia Sanzo, psicologa e psicoterapeuta; Eleonora Pinzuti, leader nei percorsi formativi paritari; Claudio Cappotto, psicologo e psicoterapeuta; Manuela Claysset, responsabile Politiche di genere e diritti Uisp. Sono stati prodotti dieci handbook con caratteristiche specifiche per i diversi destinatari, studenti e studentesse, docenti, genitori e genitrici, che vertono sulle tematiche affrontate in questi mesi di progetto, su cui i giovani coinvolti produrranno una campagna di comunicazione rivolta ai loro pari, per sensibilizzarli contro la violenza di genere e promuovere l'abbattimento di pregiudizi e discriminazioni.

Gli handbook sono stati presentati in un incontro on line svolto mercoledì 16 febbraio, cui hanno preso parte gli autori e i referenti dei comitati Uisp e delle scuole coinvolte dalle attività. Gli argomenti trattati dagli esperti del Comitato scientifico sono discriminazioni di genere nello sport; violenza sulle donne; linguaggio paritario; tematiche LGBT+, declinati per i diversi pubblici di riferimento. 

Gli handbook sulle tematiche Lgbt+, uno per docenti e genitori e uno per studenti e studentesse, sono stati redatti da Claudio Cappotto, psicologo e psicoterapeuta, già assegnista di ricerca in Psicologia Clinica presso l’Università di Napoli Federico II. 

Cappotto si occupa di omofobia ed omolesbobinegatività nei contesti scolastici ed educativi, quindi ha esperienza del fenomeno e del mondo in cui i giovani reagiscono a queste tematiche. “I ragazzi conoscono questi fenomeni, che non colpiscono solo la comunità lgbt+ - spiega Cappotto - l’omofobia è legata alle questioni di genere, è una sua declinazione, perchè nascono dallo stesso humus culturale: si tratta di un contenitore pieno di sessismo, maschilismo, patriarcato, che porta a forme di violenza normalizzata. Mettere in campo interventi di prevenzione significa fare azioni di contrasto a tutte le forme di violenza di genere”.

Nell’handbook rivolto a studenti e studentesse si parte dal linguaggio: “Le parole hanno importanza, il linguaggio descrive la realtà, utilizzare le parole del disprezzo crea distanza e non accettazione in chi non si riconosce nel binarismo di genere. Utilizzare un linguaggio di disprezzo serve ad affermare la propria adeguatezza agli stereotipi e alle aspettative sociali, mentre essere omosessuali rappresenta ancora oggi un’identità imprevista, non desiderata. Il mio approfondimento è rivolto a tutti coloro che si distanziano dalle aspettative di genere subendone delle conseguenze, anche perchè si tratta di un’unicità non prevista nemmeno nel contesto educativo e scolastico”. 

A scuola molto spesso si verificano episodi di bullismo legati proprio all’identità di genere, che aumentano le difficoltà dei giovani a riconoscersi ed accettarsi: “Il bullismo omofobico può essere contrastato se lo si riconosce, per questo nel mio lavoro con ragazzi e ragazze cerco di dare definizioni, di far capire loro qual è il linguaggio da utilizzare, ma è fondamentale che siano gli adulti a veicolare un approccio accogliente e a costruire ambienti inclusivi e rassicuranti”.

Nell’approfondimento rivolto agli adulti propongo una riflessione sull’identità sessuale - dice Cappotto - dobbiamo parlare di espressione di genere e garantire la possibilità di dare spazio alla propria espressione, senza condizionarla. La nostra realtà educativa è ancora profondamente binaria, però cominciano a svilupparsi laboratori e sperimentazioni che possono diventare buone pratiche condivise”. 

Una fase importante è quella del coming out, un passaggio difficile da affrontare, soprattutto in ambito scolastico: “E’ importante facilitare questo passaggio perchè altrimenti si impedisce ai giovani di vivere la propria vita per come è: nell’handbook ci sono consigli per sostenere i ragazzi e permettere loro di riconoscersi per chi sono, senza dare per scontato il binarismo. I docenti devono essere preparati a queste situazioni, per non lanciare messaggi di non riconoscimento: ovviamente è più difficile affrontare il non conforme, i generi fluidi, non identificati in un orientamento specifico, per farlo nel modo migliore è bene appoggiarsi ad esperti e realtà specifiche organizzate su questi temi, offrendo anche una mappa di riferimenti ai ragazzi”.

La riflessione finale di Claudio Cappotto evidenzia l’arretratezza della nostra società sulle questioni lgbt+: “Non dovrebbe volerci coraggio a parlare di questi temi, dovremmo essere tutti uniti per sfondare le porte del pregiudizio, della violenza normalizzata. E’ triste che non sia così, in alcune realtà educative è ancora difficile parlare di questi temi e non ci sono interventi o sostegni a favore di docenti o genitori”. (A cura di Elena Fiorani)

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