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L'Uisp impegnata anche in Europa per i diritti delle donne

Venerdì 4 marzo si è tenuto il primo incontro di un progetto europeo per l'empowerment femminile nello sport. Parla V. Sonzini

Venerdì 4 marzo si è tenuto a Parigi l’incontro di avvio del progetto europeo "European network for women’s sport promotion / ENWoSP", per promuovere lo sport femminile a tutti i livelli, favorendo l'inclusione sociale e le pari opportunità per le donne. Il progetto è inserito nel programma Erasmus + ed ha come capofila la Fondazione Alice Milliat, nata nel 2014 nel nome della pioniera dello sport femminile in Francia e nel resto del mondo.
“Si tratta di un progetto ambizioso che coinvolge oltre all’Italia, Olanda, Danimarca, Francia e Portogallo – dice Valentina Sonzini, coordinatrice nazionale del progetto per l’Uisp, dirigente Uisp Genova e UDI (Unione donne d’Italia) - per il raggiungimento di due obiettivi principali che favoriscano l’empowerment femminile nel mondo sportivo. La rete di realtà coinvolte promuoverà la nascita di una giornata europea dello sport femminile, da celebrarsi il 7 maggio perchè si lega ad un evento che esiste già a Parigi. I paesi partner parteciperanno rilanciando la notizia sui mezzi di comunicazione, in particolare tramite internet, e favorendo la partecipazione in differita con utilizzo di un’app apposita che si sta realizzando in questi giorni. In questo modo tutti potranno partecipare registrandosi alla app e diventando sostenitori dell’iniziativa che coinvolgerà migliaia di conne e uomini in tutta Europa”.

“La seconda azione sarà la creazione di una piattaforma web in diverse lingue, che ospiti un database con le iniziative a livello europeo che vedono protagoniste le donne - continua Sonzini - La piattaforma diventerà così un punto di raccolta e di riferimento per il movimento dello sport femminile europeo, aumentando la visibilità degli eventi. Noi investiremo il budget messo a disposizione dal progetto per la valorizzazione delle attività sul territorio, punto di forza dell’Uisp. L’intenzione è di potenziare le tante iniziative che uniscono donne e sport già in programma per il 2016, per migliorare ad esempio la comunicazione o l’organizzazione. Al momento stiamo lavorando alla selezione degli eventi che proporremo ai partner del progetto”.

“L’inclusione in questo percorso è un riconoscimento dell’azione concreta dell’Uisp, che viene apprezzata e valorizzata dai partner, infatti, rispetto ad altre realtà siamo più avanti nel contatto con il territorio e nella proposta di eventi ed iniziative. Questo ci da la spinta per continuare con sempre maggiore forza nel nostro impegno per la parità di genere anche nello sport. Noi promuoviamo sport di cittadinanza quindi non possiamo dimenticare che le donne non riescono ad esprimere appieno la loro cittadinanza attraverso lo sport, perchè ad un certo punto della loro vita devono fare una scelta, che non si pone invece agli uomini. Come associazione stiamo facendo molto da questo punto di vista, non solo a livello teorico, molte attività sul territorio tengono presente questo elemento, sostenendo uno sport che sia inclusivo e accessibile. Continuiamo a batterci per il diritto alla pratica e riconoscimento delle donne come soggetto attivo nel mondo dello sport. Ovviamente, la riflessione si rivolge anche alla tipologia di pratica, perché lo stereotipo di genere nello sport è ancora molto presente. Un altro obiettivo da raggiungere è che i bambini non vengano più orientati verso sport stereotipati in base al genere, quindi calcio per i maschi e danza per le femmine”.

Il progetto si inserisce nel solco dell’impegno Uisp per la parità di genere, partito con la stesura della Carta europea dei diritti delle donne nello sport e al progetto Olympia: “Le nostre atlete sono circa il 50% dei soci ma nelle varie fasi della vita c’è una grande dispersione - concluide Valentina Sonzini - ad esempio nella fase di conciliazione, tra i 30 e i 45 anni le donne non vivono il momento sportivo come prioritario nei loro impegni, pur amando l’attività sportiva l’ordine delle priorità viene alterato da esigenze domestiche e familiari. Infatti, le donne tornano a fare sport quando smettono questa fase, intorno ai 50-60 anni, scegliendo attività legate al benessere più che alla prestazione”. (Elena Fiorani)

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