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L'Uisp per le pari opportunità/2: intervista alla sociologa Gertrud Pfister

Tra i partecipanti al gruppo di lavoro impegnato nel progetto europeo Olympia anche Gertrud Pfister, sociologa di fama internazionale

Tra i partecipanti al gruppo di lavoro impegnato nel progetto europeo Olympia - Equal opportunities via and within Sport, anche Gertrud Pfister, sociologa di fama internazionale, per otto anni presidente dell'Issa (International Sociology of Sport Association) e attualmente vicepresidente dell'ICSSPE (International Council of Sports Science and Physical Education), nonchè tra gli autori dell'International Encyclopedia of Women and Sport. Data la sua esperienza sui temi legati alla discriminazione tra uomini e donne nel mondo dello sport, le abbiamo rivolto qualche domanda:

Qual è la situazione dello sport al femminile?
"Mi occupo di ricerca sul tema delle donne nello sport dalla fine degli anni '70 - ci ha detto - Da allora molte cose sono cambiate: oggi le donne che praticano sport, anche a livello professionistico, sono aumentate; discipline quali il calcio, la maratona e il wrestling si sono aperte al mondo femminile e ad esse se ne aggiungono altre ad ogni nuova edizione delle Olimpiadi. Nel 2012, a Londra, solo il baseball e la boxe resteranno una prerogativa degli uomini. Il progresso in questo senso è reale, ma non trova seguito nella pratica, nel mondo dello sport vissuto quotidianamente, e soprattutto nell'attenzione dei media: il 90% dei riflettori infatti, a livello internazionale, è rivolto agli atleti maschi. Per non parlare poi del fatto che la dirigenza del Comitato Olimpico Internazionale è quasi interamente costituita da uomini, così come i gruppi dirigenti delle varie federazioni di disciplina. C'è ancora tanto da lavorare".

Lo sport è sempre stato un tema marginale all'interno delle politiche europee. Oggi, per la prima volta, sembra ricevere attenzione: il sostegno al progetto Olympia ne è una dimostrazione. Perchè ha deciso di partecipare?
"Sono onorata di partecipare a questo importante progetto europeo - ha continuato la Pfister - perché potrò mettere a disposizione del gruppo di lavoro le conoscenze acquisite in tanti anni di ricerca, finalizzandole alla realizzazione di politiche d'intervento. Allo stesso tempo, avrò la possibilità di arricchirmi, avvicinandomi alle esigenze dei cittadini: il loro benessere, la loro salute, il miglioramento della loro vita è sempre l'obiettivo finale di ogni ricerca scientifica. I progetti e le iniziative di diversi paesi devono mescolarsi per individuare codici di comportamento comuni a livello europeo e per poter incidere con più forza nelle politiche comunitarie".
(F.L.)

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