Le donne migranti vivono una doppia discriminazione, di genere e razziale: con questo progetto l'Uisp si propone di contrastare questa degenerazione e di promuovere diritti. Il progetto in questione è Spin Women, cofinanziato dalla Commissione Europea (Erasmus +), di cui Uisp è partner insieme a sei organizzazioni europee: VIDC (Austria – capofila), Camino (Germania), FAI (Irlanda), Likkukaa (Finlandia), Mahatma Ghandhi for Human Right Organisation (Ungheria), Sindiacato dos Jogadores (Portogallo).
“Questo intervento fa parte di una serie di progetti di contrasto alle discriminazioni nei confronti dei migranti, uniti sotto la denominazione Spin - dice Carlo Balestri, responsabile politiche internazionale Uisp, presentando l’iniziativa che partirà il 23 settembre - in cui lo sport diventa uno strumento per includere. Nell’ambito di una rete informale ormai consolidata, di cui Uisp e Vidc sono gli artefici principali, ci si è posti l'obiettivo di lavorare su alcune problematiche o positività incontrate da donne migranti nel praticare sport nei paesi in cui sono state accolte. Partendo dalla ricerca condotta dal partner tedesco Camino, sono stati creati sette brevi spot che, attraverso la tecnica dell’illustrazione in diretta, raccontano le storie liberamente ispirate alle testimonianze raccolte nel corso dello studio. Grazie al lavoro della fumettista Franziska vengono illustrate le vicende, connotate dai colori dell'arcobaleno, di donne di età, cultura e provenienze diverse entrate in contatto con il mondo sportivo dei paesi di accoglienza. A seconda dei casi lo sport ha contribuito a migliorare la loro vita o a far emergere dei pregiudizi”.
I video verranno lanciati, uno al giorno, durante la Settimana europea dello sport, che si svolgerà dal 23 al 30 settembre, attraverso i social network e i siti internet dell’Uisp nazionale e del progetto Spin.
L'Uisp prenderà parte all'iniziativa per promuovere lo sport e gli stili di vita sani e attivi, con eventi ed iniziative in varie città italiane. Alla fine della Settimana saranno messi a disposizione di tutti e potranno essere utilizzati come strumenti per la formazione in ambito sportivo. Infatti, le barriere alla pratica femminile dello sport risultano essere molte e varie, come emerge dalla ricerca di Camino: “Tali barriere provengono da più parti: dalle strutture sportive organizzate così come dalle famiglie di origine o dal contesto “allargato” della società ospitante. Una prospettiva intersettoriale mostra come le diverse forme di discriminazione tendano a concorrere e a rinforzarsi le une con le altre (Crenshaw 1989), per cui vanno comprese e affrontate come una serie di fattori che si influenzano reciprocamente. Questa prospettiva pone una serie di sfide allo sport organizzato, sfide che in parte devono ancora essere riconosciute”. (Elena Fiorani)
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