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Sport voice: parte il progetto europeo per promuovere le pratiche di advocacy

Dal 3 al 5 febbraio a Birmingham il primo incontro con i paesi coinvolti.

Prende via il progetto europeo "Sport Voice", coordinato dall’Isca (International sport and culture association), di cui l’Uisp è partner insieme ad altri paesi europei. Il primo incontro con la partecipazione dei coordinatori di tutti i paesi partner si terrà dal 3 al 5 febbraio a Birmingham, in Inghilterra. “Il progetto avrà al centro il tema dell’advocacy – spiega Raffaella Chiodo Karpinsky, coordinatrice per l’Uisp del progetto – i partecipanti si confronteranno su come favorire il lavoro comune tra i vari soggetti che devono produrre le politiche riguardanti lo sport. È un lavoro ambizioso, in cui cercheremo di mettere a confronto le esperienze che le diverse organizzazioni dei vari paesi sviluppano nel rapporto con le istituzioni che si occupano di sport e determinano le politiche sullo sport. L’approfondimento sulle capacità di advocacy dei singoli soggetti sarà quindi condiviso affinchè anche chi non ha un consolidato ra pporto con le proprie istituzioni possa mettere a frutto le esperienze degli altri”.


“L’Uisp ha una lunga tradizione in questo campo - continua Chiodo - la relazione e il confronto con le istituzioni sono una caratteristica della sua azione associativa, partendo dalle istituzioni del territorio fino a quelle nazionali e internazionali. Ci presentiamo con un bagaglio interessante da offrire ai partner ma per noi sarà utile anche conoscere come queste relazioni vengono condotte negli altri paesi. I partner del progetto sono sia realtà a dimensione nazionale, come l’Uisp, che reti di respiro europeo, quindi potremo assistere ad uno scambio proficuo tra soggetti molto diversi”.

Durante la tre giorni è prevista una tavola rotonda, a cui prenderà parte anche il comune di Birmingham: uno dei focus della discussione sarà l’applicazione degli Hepa (health-enhancing physical activity), una strategia europea che dovrebbe essere applicata e promossa nei singoli paesi coinvolti dal progetto: “Ai partner del progetto è richiesto anche di fare pressione per l’attuazione delle direttive, e poi monitorare e verificare in che modo i paesi applichino le raccomandazioni e i contenuti delle linee guida Hepa”.
(Elena Fiorani)

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