Progetti

Terzo Tempo, progetto Uisp per i ragazzi di otto Istituti minorili

Obiettivo dell'intervento: la ristrutturazione di spazi per l'attività motoria.

"Terzo tempo", nuovo progetto dell'Uisp che ha come target i ragazzi ristretti negli Istituti minorili di otto città italiane, si inserisce nel solco di una ormai consolidata e pluriennale collaborazione tra l'associazione e il Dipartimento giustizia minorile del ministero della Giustizia. 
Siamo nella fase d'avvio, e nelle prossime settimane si svolgeranno i primi incontri tra i dirigenti dei comitati Uisp coinvolti e i responsabili degli istituti che saranno oggetto dell'intervento: il progetto, infatti, grazie al sostegno della Fondazione con il Sud e l'onlus Enel cuore, mira alla riqualificazione di spazi per la pratica motoria all'interno delle strutture detentive, avviando contestualmente un programma di attività non solo sportive, di formazione e di inserimento lavorativo.
"Siamo partiti dalla segnalazione dei nostri operatori, che lamentano una sempre maggiore carenza di spazi idonei ad una proposta ludico-motoria - spiega Giuliano Bellezza, responsabile diritti sociali Uisp - La volontà degli operatori Uisp ad affrontare una nuova stagione nelle carceri ha trovato eco nella disponibilità del Dipartimento giustizia minorile". 

"Terzo tempo" si svilupperà nell'arco di un triennio: entro la prossima estate dovrebbero ultimarsi i lavori, mentre nei successivi due anni dovrebbero svolgersi le attività. Da nord a sud, le strutture interessate sono il Pratello di Bologna; l'istituto di Pontremoli (Ms) e il Gozzini di Firenze; il Quartuccio di Cagliari; il Nisida di Napoli; il Paternostro di Catanzaro e in Sicilia il Malaspina a Palermo e il Bicocca a Catania. "L'obiettivo primario è quello di rendere questi spazi fruibili dalla popolazione detenuta - aggiunge Bellezza - ma l'obiettivo ancora più ambizioso è quello di far si che questi spazi siano utilizzabili anche dai ragazzi del quartiere. Un modo per far vivere all'istituto penale un'esperienza di comunità, che l'ordinamento prevede ma che si scontra con tutta una serie di difficoltà operative, in primis infrastrutturali". Il carcere potrebbe diventare così una realtà integrata nel tessuto urbano e cittadino, non un luogo oscuro e sconosciuto: "Il Malaspina a Palermo è dotato ad esempio di una bellissima piscina e possiamo immaginare i benefici per i ragazzi che vivono nei quartieri limitrofi se potessero utilizzarla anche loro". Destinatari dell'intervento sarebbero dunque non solo i ragazzi detenuti ma anche la comunità cittadina che abita a ridosso dell'istituto: "Per ora il nostro scopo concreto è la riqualificazione a beneficio degli ospiti della struttura. In media, 20-25 ragazzi per ogni istituto".

Pesistica, arti marziali, nuoto, alcune delle attività che verranno proposte, "ma è un pretesto per poi organizzare Vivicittà - continua Bellezza - incontri, dibattiti e attività relazionali e di partecipazione. Attività che porteremo avanti in collaborazione con associazioni come Antigone, nell'ottica di una strategia complessiva di miglioramento della qualità della vita e tutela dei diritti dei ragazzi detenuti"
In Italia gli Istituti penali minorili ospitano circa 500 ragazzi. Il sistema della giustizia minorile del nostro paese è tra i più avanzati al mondo. Ma ora rischia grosso: "Guardiamo con molta preoccupazione alla possibile eliminazione dei tribunali minorili e del Dipartimento giustizia minorile così come previsto da un provvedimento allo studio del governo - conclude Bellezza - Significherebbe eliminare l'unico strumento tramite il quale la realtà delle carceri minorili può parlare ed interagire con il resto del mondo". (F.Se.) 

Nella foto: Vivicittà a Rebibbia -

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