Progetti

Una scuola delle parità per combattere le disuguaglianze

L'approfondimento sul linguaggio paritario di Eleonora Pinzuti, leader nei percorsi formativi paritari, nell'ambito del progetto Uisp "Differenze"

 

Il progetto Uisp "Differenze - Laboratori sperimentali di educazione di genere nelle scuole medie superiori per contrastare la violenza sulle donne" coinvolge 700 giovani delle scuole superiori, in 14 città d'Italia, protagonisti di un percorso di formazione, crescita, socializzazione. Il progetto è ormai entrato nel vivo con i percorsi formativi e informativi e con i laboratori sportivi e corporei inseriti nel Piano triennale dell’offerta formativa delle scuole. Gli studenti e le studentesse degli istituti coinvolti hanno modo, attraverso le attività previste dal progetto, di interrogarsi su tematiche come la violenza di genere, i diritti di tutti e tutte, la parità di genere e di mettersi concretamente in gioco attraverso attività di role playing e sportive.

In questo loro percorso saranno supportati anche dai materiali didattici predisposti dai componenti del Comitato scientifico del progetto: Ilenia Sanzo, psicologa e psicoterapeuta; Eleonora Pinzuti, leader nei percorsi formativi paritari; Claudio Cappotto, psicologo e psicoterapeuta; Manuela Claysset, responsabile Politiche di genere e diritti Uisp. Sono stati prodotti dieci handbook con caratteristiche specifiche per i diversi destinatari, studenti e studentesse, docenti, genitori e genitrici, che vertono sulle tematiche affrontate in questi mesi di progetto, su cui i giovani coinvolti produrranno una campagna di comunicazione rivolta ai loro pari, per sensibilizzarli contro la violenza di genere e promuovere l'abbattimento di pregiudizi e discriminazioni.

Gli handbook sono stati presentati in un incontro on line svolto mercoledì 16 febbraio, cui hanno preso parte gli autori e i referenti dei comitati Uisp e delle scuole coinvolte dalle attività. Gli argomenti trattati dagli esperti del Comitato scientifico sono discriminazioni di genere nello sport; violenza sulle donne; linguaggio paritario; tematiche LGBT+, declinati per i diversi pubblici di riferimento. 

Gli handbook sul linguaggio paritario, uno per i docenti, uno per i genitori e uno per studenti e studentesse, sono stati redatti da Eleonora Pinzuti, leader nei percorsi formativi paritari, dirige il centro Transformative Learning & Equality ed è docente di Master per l’Università di Firenze.

“Ho appoggiato fin dall’inizio questo percorso, che propone una visione della scuola, dello sport e dell’educazione di genere, per tutte e tutti - ha detto Pinzuti - l’impegno Uisp su questi temi è antico e l’associazione ha una grande esperienza alle spalle. Nel nostro lavoro per il progetto siamo partite dall'aspetto scolastico, focalizzandoci sulla formazione delle giovani in questo preciso momento storico, infatti non bisogna dimenticare il contesto socio-culturale in cui il progetto si sta muovendo. Se siamo qui a parlare di questi temi, in questo modo, è anche perché è accaduto qualcosa che ha visibilizzato il problema della violenza e delle disuguaglianze di genere. Per intervenire in questo ambito abbiamo pensato ad una scuola delle parità, una cosa che ci serve come l’aria, in particolare dopo il covid”. 

In questa prospettiva il ruolo delle e degli insegnanti assume particolare rilevanza: “Una scuola differente deve approntare un linguaggio paritario, perchè è quello che va a formare il nostro mondo emotivo, il linguaggio ci distingue da tutte le altre specie. Il problema che abbiamo cercato di evidenziare, e quindi di lenire, è una costante minorizzazione e inferiorizzazione del soggetto femminile, fenomeno che risulta evidente da tante manifestazioni. Ad esempio meno del 50% della popolazione femminile lavora, pur a fronte di una formazione maggiore, e nella maggior parte dei casi lavora part time. Quindi abbiamo una migliore formazione ma condizioni lavorative peggiori: questo è un danno perchè il lavoro rappresenta la libertà economica che può sottrarre le donne dalla spirale della violenza, inoltre si crea una situazione per cui non vengono sfruttate le capacità delle donne come fattore di sviluppo del Paese. Se non risolviamo le disuguaglianze, anche culturali, le donne non avranno mai il posto che compete loro: non è una questione di femminismo ma di diritti umani e di uguaglianza: una donna non merita una retribuzione mensile di minor portata, perchè questo lede il diritto alla competizione e alla traduzione della formazione in valore economico”. 

Il covid ha rivelato le profonde disuguaglianze della nostra società, mettendo in evidenza problemi annosi ed antichi, il progetto Differenze ha voluto rispondere a una situazione scolastica e di relazione, quindi anche sportiva, che è fortemente impari e quindi sottende un elemento di violenza. La nostra scuola è nella maggior parte composta da donne, ma tra i docenti ordinari delle università la percentuale femminile scende al 20% e cala ulteriormente se guardiamo i rettori.

“La scuola è impari perchè non è ancora in grado di consentire formazione paritaria in alcune discipline - continua Pinzuti - manca l’intelligenza delle donne nelle materie stem-science, technology, engineering and mathematics, le donne sono assenti nei ruoli di coordinamento, e spesso le ragazze vengono orientate nella formazione non in base ai propri talenti ma agli stereotipi. L’handbook rivolto ai docenti si pone una domanda: quale genere di scuola vogliamo produrre? All’interno del manuale ci sono dati, riflessioni sulle modalità con cui produrre didattica inclusiva, indicazioni che possono sostenere il docente nel proporre una didattica paritaria. Infatti, è importante conoscere anche la parte femminile delle discipline, non intesa come parte romantica, ma come soggetto a pieno titolo e diritto. Ad oggi manca una formazione di genere per i docenti, questi handbook vogliono colmare questa lacuna”. 

Di linguaggio si è parlato in questi giorni con i ragazzi e le ragazze di Trento che partecipano al progetto: al centro due parole, tolleranza e accettazione, così simili ma così differenti. “La tanto invocata tolleranza al primo impatto è una parola positiva, sicuramente migliore di "rifiuto" o "aggressione", ma non è ancora la soluzione alla discriminazione e all'esclusione che vogliamo combattere. Nella parola tolleranza possiamo leggere sopportazione, fastidio, frustrazione, fatica. Accettazione è priva di queste sfumature. Cosa cambia? Lo sforzo richiesto fa sì che la tolleranza sia temporanea e ad un certo punto non sia più sopportabile, e i problemi si ripresentano, se vogliamo risolverli davvero, lavorare sull'accettazione è l'unica via. Già solo porsi la domanda e rendersi conto di quanto pesano le parole scatena riflessioni potenti e positive!”.

Il manuale per i genitori vuole accrescere la capacità di supportare le reali inclinazioni dei figli senza incappare in stereotipi: spesso i percorsi di studi vengono scelti in base alle aspettative sociali ma questo può confliggere con le propensioni dei ragazzi. “Per costruire una società e un linguaggio paritario serve un’alleanza tra genitori, docenti e studenti, che per primi devono comprendere come gli stereotipi siano lesivi del proprio sviluppo e quindi del proprio futuro. I materiali che abbiamo prodotto sono per tutta la comunità educante, perchè il linguaggio è fondamentale per esistere nella relazione sociale, parlare paritario significa produrre una società paritaria e la possibilità di immaginarsi uguali, nel linguaggio l'essere si misura con sè stesso e si presenta agli altri. Il linguaggio è il luogo delle relazioni sane, riuscire a comunicare quello che vogliamo e quello che siamo, ma soprattutto esistere nel futuro del linguaggio, significa dare prospettiva di esistenza a tutte le identità. Attraverso la distruzione degli stereotipi possiamo creare una comunicazione volta ad implementare, anche nella scuola, la parità di genere e il linguaggio inclusivo”. 

Infine, Eleonora Pinzuti, ha sottolineato l'importanza di dare continuità a percorsi come quello iniziato con Differenze: “La progettazione deve prevedere elementi di continuità: la Uisp ha seminato, la scuola può alimentare questa buona pratica producendo formazione al proprio interno per il corpo docente e dirigente, per produrre maggiore consapevolezza. Saranno poi studenti e studentesse a potervi avvantaggiare di questi strumenti e questa consapevolezza. Il Pnrr-Piano di ripresa e resilienza può essere utilizzato a questo scopo, le opportunità ci sono, e vanno sfruttate in vista di una trasformazione paritaria di tutti i protagonisti della comunità educante”. (A cura di Elena Fiorani)

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