Progetti

“Chi gioca in prima base?”, il progetto Uisp in 81 città italiane

Inizia il progetto organizzato dall’Uisp e finanziato da Sport e Salute, rivolto a bambini, bambine e pre-adolescenti

 

Chi gioca in prima base? Bambini, bambine e pre-adolescenti (fascia d’età dai 3 ai 14 anni). Il progetto, finanziato da Sport e Salute Spa e in collaborazione con Dipartimento per lo Sport / Presidenza del Consiglio dei Ministri, si rivolge alla fascia d’età giovanile per offrire occasioni di pratica sportiva gratuita. L’obiettivo del progetto è quello di contrastare, prevenire e ridurre la sedentarietà, l’obesità, l’isolamento e il disagio psico-sociale attraverso l’offerta di attività sportiva gratuita finalizzata allo sviluppo delle abilità motorie di base (nuoto, ginnastica e pre-atletica) su tutto il territorio nazionale, contribuendo in tal modo alla riduzione dei rischi per la salute.

Le attività, previste in 17 regioni italiane, spaziano tra diverse discipline e per ogni partecipante sono garantite minimo due ore di attività fisica gratuita a settimana per un periodo di 6 mesi. I corsi di ginnastica saranno rivolti a bambini e bambine dai 3 ai 6 anni, l’offerta di nuoto è destinata a bambini/e dai 3 i 10 anni, mentre per i corsi di pre-atletica si va dai 4 ai 14 anni. Le attività coinvolgono anche bambini/e e pre-adolescenti che fronteggiano barriere di diverso genere che limitano la loro possibilità di partecipare alla pratica sportiva. Tra questi/e troviamo bambini/e migranti e adolescenti in condizioni di fragilità economica.

Per contribuire alla riduzione del gap di genere nella pratica sportiva verrà favorita la partecipazione femminile attraverso la proposta di azioni specifiche e campagne promozionali ad hoc. È prevista anche una parte di formazione per operatori e operatrici sportivi/e e istruttori e istruttrici di nuoto e comitati territoriali Uisp per aumentare le competenze sulle metodologie di lavoro con i più giovani.

Lo sport quindi deve diventare un’abitudine, piacevole e appagante, da portare avanti in età adulta e allo stesso tempo deve favorire il benessere psico-fisico e la socializzazione per prevenire il disagio giovanile. Ma non solo! L’attività motoria deve essere utilizzata come strumento per educare e deve garantire al corpo uno stato di benessere e una predisposizione mentale alla vita all’aria aperta, al movimento e alla socialità.  

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