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Ginnastica porta a porta con Uisp e progetto Next sul Manifesto

Sport e lockdown. Dall’Uisp Milano il racconto di un'esperienza per combattere la sedentarietà, nata da cause di forza maggiore

La ginnastica dolce nei cortili dei condomini può spezzare l’isolamento delle persone strette nella morsa della distanza sociale. Così Pasquale Coccia valorizza, dalle pagine de il Manifesto, il progetto realizzato dall’Uisp in due quartieri periferici di Milano, San Siro e Niguarda, ma anche a Reggio Emilia e Sassari. Nella città sarda il progetto è stato finanziato dalla Fondazione con il Sud, e presto sarà esteso anche ad altre città del territorio nazionale. In questi stabili esistono le sale per le riunioni condominiali, destinate anche alle attività del tempo libero di coloro che vi abitano, per l’occasione adibite di mattina a spazio per la ginnastica dolce per le persone anziane, il pomeriggio alle attività ludico-motorie per i bambini e dopo le 18 ai lavoratori.

L’esperienza realizzata dall’Uisp a breve diventerà transnazionale, grazie al progetto Next, di cui Uisp è capofila che coinvolge anche Danimarca, Croazia, Romania, Spagna e Germania, nel tentativo di combattere la vita sedentaria, accentuatasi particolarmente durante le misure restrittive per combattere il coronavirus.

“Il nostro obiettivo principale è il contrasto alla sedentarietà - spiega Stefano Pucci, responsabile politiche per la salute e l’inclusione dell’Uisp nell’intervista apparsa sul quotidiano sabato 27 giugno - abbiamo cercato di intercettare quei cittadini che non svolgono alcuna attività fisica, portando la ginnastica dolce sotto le loro case. Il risvolto è stato duplice, da un lato vi è stato il miglioramento dello stato di salute e di benessere psicofisico di tutte le persone che vi hanno preso parte e dall’altro l’aggregazione sociale, che ha favorito la costruzione di relazioni tra soggetti socialmente più fragili, a rischio esclusione per l’età, per la condizione sociale e perché vivono nei quartieri periferici della città. Sono persone che attraverso l’attività fisica vivono un processo di partecipazione e svolgono anche un ruolo attivo all’interno del condominio, dove di consuetudine ci si limita a un timido cenno di saluto”.

Chi ha vissuto l’esperienza dalla parte di coloro che si recavano anche più volte al giorno nei condomìni, come gli istruttori di ginnastica dolce, per coinvolgere nelle diverse fasce orarie prima gli anziani, poi i bambini e infine i lavoratori, come ha vissuto l’esperienza? “Le persone che lavorano non vanno in palestra volentieri – racconta Stefania, un’istruttrice Uisp di Reggio Emilia - perché quando tornano a casa sono stanche, sono provate dalla fatiche della giornata lavorativa. Non tutti hanno voglia di preparare la borsa e andare in palestra a fare ginnastica. Il nostro progetto porta l’attività motoria a casa loro, spesso le persone scendono in cortile e svolgono l’attività fisica in pantofole, per loro è come passare da una camera all’altra della propria casa e questo è molto bello, è molto famigliare”.

Il progetto europeo prevede anche una fase di raccolta dei dati, ruolo affidato dall’Ue all’Uisp, visto che tra i partner europei è l’organizzazione di maggiore esperienza rispetto al progetto: “Raccoglieremo i dati delle buone pratiche delle tre città in cui esiste già questo tipo di offerta, ma studieremo anche il contesto con i regolamenti condominiali e le leggi sugli spazi pubblici, e tutto quello che potrebbe tornare utile per implementare l’offerta dello sport di vicinato”, sostiene Francesca Di Feo del comitato territoriale dell’Uisp Ciriè-Settimo-Chivasso, in provincia di Torino, coordinatrice del progetto.

“Riappropriarsi del proprio corpo, che torna protagonista attraverso gli spazi condominiali, per tessere relazioni tra vicini - conclude Coccia - è il modo migliore per rispondere a coloro che da mesi ci invitano incessantemente, dagli altoparlanti delle stazioni ferroviarie fino al riquadro televisivo, a mantenere il «distanziamento sociale»”.

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