Si è tenuto ad Amsterdam il 6 e 7 novembre l'evento finale del progetto europeo Rewins 2.0, che ha visto la Rete Fare-Football against racism in Europe come capofila e l'Uisp partner insieme ad altre tre organizzazioni: Ramassa (Spagna), Organization Earth (Grecia) e Girl Power (con sede in Danimarca ma fondata da calciatrici afghane). Il progetto ha sviluppato le attività nel corso di due anni e mezzo, per promuovere e perfezionare attività volte all'inclusione di rifugiati, richiedenti asilo e migranti.
In particolare, sono state realizzate una raccolta di informazioni e una selezione di buone pratiche individuate dai partners in diversi paesi europei, per condividerle con le realtà che in Europa sono interessate ad avviare iniziative di inclusione attraverso il calcio e lo sport in generale. Destinatarie di tali iniziative sono state le ragazze e le donne con esperienza di migrazione e richiesta di asilo o già in possesso dello status di rifugiate. Sono stati elaborati materiali utili per permettere di acquisire le competenze necessarie agli operatori sportivi intenzionati a lavorare con donne rifugiate, tenendo conto degli elementi utili per avviare attività più efficaci in base ai bisogni specifici e ai traumi subiti, che devono essere trattati con la dovuta attenzione. A conclusione del progetto, la conferenza finale di Amsterdam ha offerto l'opportunità di riunire le persone coinvolte nelle fasi di istruzione e sperimentazione delle nozioni individuate dai partner attraverso le proprie reti e all'interno delle proprie associazioni. Operatori di sport e attività di inclusione sociale così come diverse atlete di vari sport beneficiarie finali del progetto hanno condiviso le proprie esperienze e conoscenze in due giorni di sessione generali e a tema specifico.
In questo lungo percorso la Uisp ha coinvolto le esperienze realizzate nei territori dei Comitati di Torino, Bolzano, Matera, Parma e Foggia-Manfredonia. In occasione dei seminari, tenuti in forma di webinar, sono state presentate in particolare le esperienze della Piscina al femminile sperimentata a Torino da 14 anni e quella di We bike realizzata dal Comitato Uisp di Bolzano. Il progetto, iniziato nel 2022, è stato segnato anche dalla guerra di aggressione all'Ucraina da parte della Russia e dalla conseguente fuga di milioni di ucraini, soprattutto donne e bambini che hanno trovato rifugio nei paesi dell'Unione europea. Dello specifico impatto e delle sfide che queste realtà hanno creato nei paesi partner si è discusso in una sessione dedicata alla restituzione da parte delle rifugiate e richiedenti asilo che hanno partecipato alle attività realizzate. Grazie al contributo di una ragazza cittadina russa originaria del Kirghizistan è stato anche sottolineato un aspetto spesso poco considerato: l'esperienza delle realtà LGBTQI+ che sono state costrette a lasciare il paese poiché messe fuori legge e considerate "agenti stranieri" come tanti altri giovani che si oppongono alla guerra, persone di fatto apolidi perché vivono in una condizione di incertezza e perdita di cittadinanza. Si tratta, quindi, di richiedenti asilo che faticano a raggiungere questo obiettivo pur trovandosi a rischio della loro incolumità nel caso di un ritorno al loro paese.
L'incontro ha messo in luce una consapevolezza condivisa tra le partecipanti: le nuove e vecchie sfide che attraversano il continente europeo mettono oggi a rischio l'affermazione del diritto a al movimento, siateso alla partecipazione all'attività fisica e allo sport, sia alla ricerca di una cittadinanza con cui vedere realizzati i propri diritti. Le ragazze nigeriane, afghane, russe e di altri paesi in guerra o attraversate da conflitti sociali e oppressione delle libertà, hanno lasciato la conferenza con la speranza che, grazie all'alleanza con chi nello sport sociale le ascolta e si impegna per costruire diritti attraverso lo sport, sarà possibile credere in un futuro migliore per tutte.
Le partecipanti della Uisp all'evento sono state: Francesca Carbone del Comitato di Parma, Oriana Lapollo del Comitato di Foggia-Manfredonia, Irma Preka del Comitato di Torino e Raffaella Chiodo Karpinsky collaboratrice nel progetto. (Raffaella Chiodo Karpinsky)
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